Due mesi di passione, prima del mini-ciclo della verità: Italia-Macedonia prima, poi - se sarà possibile - la finale con una tra Turchia e Portogallo. Roberto Mancini, oltre a dover vivere la “sana pressione” (così l’ha definita il ct) di non potere permettersi di steccare l’appuntamento, il secondo di fila, con l’avventura mondiale, deve fare i conti con alcune problematiche che dopo il trionfo di Wembley gli si sono presentate davanti. Dall’assenza di un titolare forte sulla fascia sinistra alla sostituzione di Chiesa. Il mezzo, problema che unisce tutti gli altri, la difficoltà ad andare in gol. Problemi tattici? Forse, Mancini sta cercando soluzioni alternative. Problemi di uomini? Anche. Il ct studia uomini nuovi, da Balotelli a Joao Pedro, passando per Scamacca.
FASCIA IN CRISI
Un problema sottovalutato, ma che si è invece rivelato devastante è l’assenza di Spinazzola, non solo per la eccezionale copertura della fascia, senza di lui Mancio ha perso un titolare, ma soprattutto la spinta offensiva di di tutta la squadra. Non a caso, senza Spina, l’Italia ha faticato a segnare e a vincere. Da quel 2 luglio, la notte di Monaco, salta il tendine d’Achille del giallorosso e l’Italia si affloscia sotto porta. All’Europeo vince battendo la Spagna e l’Inghilterra “solo” ai calci di rigore, nelle successive partite di qualificazione ha stentato, non riuscendo a segnare in Svizzera nello scontro diretto e in Irlanda del Nord nella sfida decisiva (la goleada è arrivata solo con la povera Lituania). Spinazzola, al momento, non è sostituibile con uno alla sua altezza e Mancini spera ancora di averlo in marzo per gli spareggi per il mondiale, anche se sarà improbabile. Leo non è sostituibile, o meglio, non c’è uno come lui. Emerson, il vice, nel Lione sta faticando, nell’ultmo periodo è stato fermato pure dal Covid. Giocatore affidabile ma non è Spinazzola. Tra i terzini-attaccanti convocati, Mancini ha inserito pure De Sciglio, quasi un’ancora di salvezza, visto che lo juventino era sparito dai radar azzurri.