Lazio, Tudor: «Già mi sento importante qui. Sono uno che non si accontenta mai, possiamo fare bene»

Il nuovo allenatore della Lazio ha rilasciato le sue prime dichiarazioni ai microfoni ufficiali del club

Lazio, Tudor: «Già mi sento importante qui. Sono uno che non si accontenta mai, possiamo fare bene»
di Valerio Marcangeli
Mercoledì 20 Marzo 2024, 11:20 - Ultimo agg. 11:35
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Tempo di firmare e studiarsi quella che sarà la sua prossima casa per almeno i prossimi 15 mesi e mezzo. Dopodiché Igor Tudor si è fatto subito sentire ai canali ufficiali della Lazio, pronto per iniziare questa nuova sfida della sua carriera: «Motivazioni nell'essere qui non sono difficili da trovare. La Lazio è un club prestigioso dove tutti un giorno vogliono venire ad allenare. Si tratta di una questione di prestigio, è stimolante, con una tifoseria speciale. Fare parte di questo club e di conseguenza di questa città è un qualcosa che un tecnico non può lasciarsi sfuggire».

Lazio, le prime dichiarazioni di Igor Tudor

Il croato si sente al centro del progetto: «Mi trovo già bene, le strutture sono belle, si può lavorare bene. Da fuori c'è sempre la sensazione che qui si può fare bene. C’è serietà e un’organizzazione semplice, giusta, come piace a me, quasi come una famiglia. L'allenatore qui ha un ruolo importante». Sul finale di stagione: «La Lazio può dare tanto, ma bisogna mettersi a lavorare con intelligenza e nel modo giusto. Arrivare dopo un allenatore con una tipologia di calcio differente non è mai semplice, ci vuole tempo per adattarsi, ma penso che questo sia un gruppo sano con gente che lavora e si applica. Toccherà a me trasmettere presto l’idea che ho, ma credo che faremo in fretta». Eppure con qualcuno non sarà la prima volta: «Guendouzi non l’ho ancora visto, ma è un vincitore con una mentalità pazzesca che ci vuole in squadre di queste città molto esigenti. Casale è un ragazzo d’oro, un giocatore forte che sarà sicuramente utile».

Tudor si presenta: «Io un ex difensore con mentalità offensiva. Non mi accontento mai»

Sulla sua mentalità: «Sono stato un difensore, è vero, ma ho giocato centrocampista per tutto il settore giovanile. Lippi mi fece giocare anche terzino. Nonostante ciò, mi piace tanto lavorare sulla fase offensiva, chiaramente non rinunciando alla difesa, che ti aiuta sempre a vincere come si suol dire. Vorrei vedere tutta la squadra che fa le due fasi con grande spirito di sacrificio, che non deve mancare mai». E infine gli obiettivi: «Io voglio vedere tutto dalla mia squadra. Fase offensiva e difensiva, transizioni, grinta, corsa, qualità, possesso, ma anche corsa nello spazio. Penso che il calcio moderno va verso questa direzione: attaccare in tanti per segnare, senza essere noiosi. Io ci proverò a fare tutto questo: qualcosa mi riuscirà, altro no, ma sono uno che non si accontenta mai».

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