Spalletti a Napoli accolto dall’urlo dei 50mila dello stadio Maradona

A conti fatti, l’unica vera gioia di ieri l’ha regalata il ct dell’Italia

Luciano Spalletti acclamato allo stadio
Luciano Spalletti acclamato allo stadio
Eugenio Marottadi Eugenio Marotta
Lunedì 15 Aprile 2024, 07:00 - Ultimo agg. 18:50
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Un amarcord. Condito da emozioni, pathos e più di qualche lacrima. Il primo boato che ha fatto tremare il Maradona è stato per Luciano Spalletti. A conti fatti, l’unica vera gioia di ieri l’ha regalata il ct dell’Italia, pochi minuti prima del fischio d’inizio. Spalletti era presente in tribuna per assistere al match tra Napoli e Frosinone. L’allenatore del terzo scudetto del Napoli è stato annunciato dallo speaker Decibel Bellini poco dopo che erano state lette le formazioni ufficiali. In un attimo, i 50mila del Maradona hanno tributato tutti gli onori possibili al condottiero dell’ultimo storico tricolore. Una standing ovation, partita dalle curve ed arrivata fino in tribuna, con gli spettatori in piedi ad applaudirlo. Da parte sua, Spalletti non è riuscito a tradire l'emozione: cappellino aderente alla testa, barba minuziosamente incolta, maglietta scura-aderente e sopratutto gli occhi lucidi nel giro di un attimo. Quando sui maxi schermi è comparso il suo volto si è registrata un’autentica ovazione del pubblico. Spalletti è tornato al Maradona a distanza di 10 mesi dall’ultima volta. Allora, il 4 giugno scorso, era sulla panchina del Napoli nella passerella scudetto contro la Sampdoria. Ieri è stata la prima volta in tribuna a Fuorigrotta da Ct dell’Italia. In quello stesso settore, c’era anche il patron De Laurentiis. 

 

Erano le 12.22 quando è stata svelata la presenza in tribuna di Luciano. Immediatamente le telecamere si sono concentrate su di lui. A quel punto c’è stata l’ovazione del pubblico. Un tributo sentito e profondo con un lungo applauso durato per un minuto intero che riecheggiava sul Maradona. Non solo. Subito dopo è partito un coro che a queste latitudini – purtroppo – non si sentiva da tempo. «Siamo noi siamo noi i campioni dell'Italia siamo noi». I 50mila hanno voluto salutare così l'artefice del terzo scudetto del Napoli. Lui, Luciano da Certaldo, ha provato a schermirsi. Senza riuscirci più di tanto. Giusto il tempo di alzare la mano, ricambiando l’amore del popolo napoletano, che gli occhi hanno cominciato a luccicare. Chi era al suo fianco - Gianluca Capuano, il proprietario del ristorante “Da Cicciotto” a Marechiaro, rifugio di Luciano durante i due anni napoletani - lo ha invitato ad alzarsi.

Spalletti ha preferito mantenere un profilo basso, sorridente ma comunque spiazzato da tanto affetto. Facile immaginare che il Ct non volesse rubare la scena. C'era una partita da giocare. C’era il Napoli che, ironia della sorte, ieri Calzona ha schierato dall’inizio con tutti i protagonisti della splendida cavalcata scudetto. Il suo Napoli insomma. Non è bastato. Alla fine l’unica gioia l’ha regalata Luciano in ricordo di un tempo che fu.

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