Benevento, arrivano i fondi di coesione per il Sannio: «Pochi investimenti»

A fronte dei 9 miliardi stanziati il valore aggiunto si ferma a 4,7

Benevento, arrivano i fondi di coesione per il Sannio: «Pochi investimenti»
Benevento, arrivano i fondi di coesione per il Sannio: «Pochi investimenti»
di Domenico Zampelli
Mercoledì 15 Maggio 2024, 00:00 - Ultimo agg. 09:34
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Politiche di coesione, arrivano 75 miliardi di euro da investire su tutto il territorio nazionale con un peso finanziario più rilevante nel Mezzogiorno, ma il Sannio, insieme alla provincia di Enna, è il territorio che finora ha ricevuto di più e, nel contempo, quello con meno ricadute. Insomma, da queste parti non sono serviti, finora, gli interventi destinati a promuovere uno sviluppo armonico e a rimuovere gli squilibri economici e sociali, così come sancito dal Trattato sul funzionamento dell’Unione europea e dalla Costituzione.

I numeri sono impietosi: a fronte di un costo pubblico di 9 miliardi stanziato negli ultimi cicli di programmazione eurounitaria, il valore aggiunto dell’economia sannita (cioè la capacità di generare nuova ricchezza grazie ai finanziamenti destinati ad alimentare lo sviluppo) è stato di 4,7 miliardi. Volendo fare un calcolo pro capite, il contributo è stato di 34mila euro, ma il valore aggiunto si è fermato a 18mila euro. Accade solo qui e ad Enna.

Nel confronto con le altre alle province campane, Napoli ha ottenuto 23 miliardi (7.741 euro pro capite) che hanno determinato un valore aggiunto di 60 miliardi (20mila euro pro capite), Salerno ha ottenuto 9,6 miliardi (9mila euro pro capite) e ne ha sviluppati 20 (19mila euro pro capite), Avellino ne ha ottenuti 6,5 (16.420 euro pro capite) e ne ha sviluppati 7,4 (18mila euro pro capite), infine Caserta ne ha ottenuti 5 (5.561 euro pro capite) e ne ha sviluppati 16,2 (18mila euro pro capite).

Una situazione che non cambia guardando alle vicine Foggia o Campobasso. Figurarsi guardando Milano, che guida la classifica nazionale del valore aggiunto: 4,1 miliardi di contributi (1.279 euro pro capite) determinano un valore aggiunto di 178 miliardi (55.482 euro pro capite).

La situazione non cambia analizzando i numeri delle province di Agrigento, Cosenza e Trapani, ultime in Italia per valore aggiunto pro capite ma che hanno ottenuto cifre inferiori di finanziamenti. Certo, le grandi opere (che in provincia di Benevento hanno rappresentato la spina dorsale dei contributi europei) hanno necessità di qualche tempo per ottenere una ricaduta, ma si tratta di una condizione nella quale versano anche altri territori, che però riescono a generare ricchezza.

Ma quali sono le opere che hanno maggiormente alimentato l’importo finale? Si parla naturalmente dell’Alta Velocità: ammonta a quasi 2 miliardi e mezzo il raddoppio in variante Apice-Orsara, mentre il raddoppio Frasso Telesino-Vitulano raggiunge gli 876 milioni. Al terzo posto sempre la Napoli-Bari, questa volta con 675 milioni per il raddoppio nella tratta Cancello-Benevento, nel primo lotto funzionale Cancello-Frasso Telesino. I maggiori soggetti attuatori sono la Rete Ferroviaria Italiana spa (3,3 miliardi), la Regione Campania (872 milioni), Equiter spa (investitore nel settore delle infrastrutture (270 milioni), Banco di Sardegna (270 milioni), Banca Del Mezzogiorno Mediocredito Centrale (270 milioni), l’amministrazione provinciale di Benevento (157 milioni) e il Comune di Benevento (94 milioni). La classifica dei maggiori finanziamenti pro capite, infine, vede, nell’ordine, Sant’Arcangelo Trimonte (5 milioni di euro), Ponte(857mila euro), San Lorenzo Maggiore (832mila), Paduli (680mila), Torrecuso (632mila), Castelvenere (567mila), Melizzano (537mila), Dugenta (474mila), Apice (473mila), Solopaca (394mila) e Paupisi (379mila).

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Gli interventi saranno attuati utilizzando il nuovo strumento dell’«Accordo per la coesione», previsto in sostituzione del «Piano sviluppo e coesione» dal decreto legge 124 del 2023, da definirsi tra il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr e ciascun Ministro interessato, ovvero tra il ministro e ciascun presidente di Regione o Provincia autonoma.

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