Crisi da Covid, gli armatori in ginocchio: «I ristori mai arrivati»

Crisi da Covid, gli armatori in ginocchio: «I ristori mai arrivati»
Armatori del golfo al collasso. L'allarme lo lancia Salvatore Lauro, presidente di Volaviamare, anche a nome di tutte le altre compagnie del cabotaggio che operano in...

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Armatori del golfo al collasso. L'allarme lo lancia Salvatore Lauro, presidente di Volaviamare, anche a nome di tutte le altre compagnie del cabotaggio che operano in Campania. «La pandemia - dice - ha ridotto i bilanci delle compagnie all'osso. Non abbiamo avuto aiuti dal governo. Siamo riusciti ad andare avanti in questi mesi solo perché a luglio e ad agosto si è rimesso in moto il turismo. Ma l'inverno che abbiamo di fronte ci preoccupa parecchio: se non si sblocca la situazione degli aiuti rischiamo di fallire».

Cominciamo col dire che alle imprese marittime, come risarcimento della pandemia sono stati promessi due tipi di aiuti, l'azzeramento degli oneri sociali sul personale e il ristoro dei mancati incassi. «Su entrambi questi fronti - sottolinea Lauro - la mancanza dei decreti attuativi non ha prodotto nessun effetto concreto. Continuiamo a pagare gli oneri sociali e dei ristori promessi dal governo Conte si sono perse le tracce».

Le preoccupazioni maggiori riguardano gli oneri sociali. Le maggiori spese affrontate hanno bloccato gli investimenti necessari per il rinnovo delle flotte e i necessari refitting dei mezzi. 

Vediamo la situazione partendo dal cosiddetto Decreto Agosto del 2020, che all'articolo 88 aveva infatti esteso fino alla fine dell'anno scorso la decontribuzione degli oneri Inps e Inail (fino ad allora prevista solo per i marittimi imbarcati nelle navi che operano su rotte di lungo raggio o internazionali), anche al personale impiegato sulle navi impegnate nei servizi del corto raggio. Questa forma di ristoro è stata poi reiterata dalla Legge di Bilancio di fine 2020, che ne aveva allungato anche i termini temporali e lo stesso aveva fatto pure il decreto Sostegni-bis del 2021. Complessivamente i tre provvedimenti legislativi hanno quindi esteso la validità del ristoro fino al 31 dicembre 2021.

Questi fondi, quantificati e garantiti da norme di legge, però, non sono mai arrivati agli armatori perché i decreti attuativi delle tre leggi approvate dal Parlamento non sono mai stati emanati in attesa dell'autorizzazione della Commissione Ue, necessaria ogni volta che si varano degli aiuti di Stato. 

Bisogna anche dire che in questo caso la Commissione ha approvato la misura di aiuto chiedendo, come unica condizione del via libera, che il diritto al ristoro non venga limitato ai marittimi imbarcati su navi registrate in Italia, ma debba essere reso disponibile anche al personale impiegato sulle navi registrate nei paesi dell'Unione Europea o dello Spazio Economico Europeo che gestiscano servizi di corto raggio in Italia. Ed è proprio su questa specifica richiesta che la situazione si è bloccata, perché la Ragioneria dello Stato, per concedere il via libera alla norma modificata secondo la richiesta Ue, vuole essere certa che non si superi il limite massimo di spesa già quantificato.

È proprio in questi giorni si sta tenendo una serrata interlocuzione tra i rappresentanti delle imprese, e il governo per quantificare esattamente gli oneri per lo Stato. E la convinzione delle associazioni armatoriali, comunque, cifre alla mano, che la spesa sarà sicuramente inferiore al tetto già fissato, visto che nei servizi di cabotaggio (anche considerando nel numero non solo il trasporto merci e passeggeri per le isole, ma pure il trasporto costiero di liquidi e solidi alla rinfusa e l'assistenza alle piattaforme petrolifere) la presenza di compagnie europee aventi sede o stabile organizzazione in Italia è assolutamente irrilevante. 

«Ma nonostante questo - sottolinea Lauro - non si riesce a superare lo stallo. Ora l'unica nostra speranza è che la questione possa concretizzarsi con un emendamento governativo al Decreto Infrastrutture in discussione in questi giorni alla Camera. Anche perché quei milioni già stanziati e mai distribuiti, servono a coprire, peraltro parzialmente, perdite economiche già subite. Speriamo che il governo - sottolinea Lauro - adotti presto gli atti necessari. Siamo allo stremo e la situazione peggiora di mese in mese. Abbiamo garantito i servizi come ci era stato richiesto in piena pandemia nonostante il calo verticale dei passeggeri. Ora aspettiamo gli indennizzi, sono un nostro sacrosanto diritto». 

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Il Mattino