«Nei prefabbricati è incubo amianto,
il Comune di Avellino si muova»

«Nei prefabbricati è incubo amianto, il Comune di Avellino si muova»
di Flavio Coppola
Lunedì 23 Agosto 2021, 09:30
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Un impegno ufficiale del Consiglio comunale per liberare definitivamente Avellino dal lungo incubo dell'amianto. È tempo di tornare in aula a Piazza del Popolo e l'alfiere pentastellato, Ferdinando Picariello, ha depositato agli atti della presidenza una mozione per il sindaco, Gianluca Festa e l'intera assise municipale. L'assunto drammatico da cui parte Picariello è che «continuano ad arrivare notizie di persone che abitano nei prefabbricati post sisma, per esempio a via Nicolodi, e che si ammalano di patologie tumorali». «Quella dell'amianto ammonisce - è una vera questione ambientale, di cui l'amministrazione si deve fare carico con urgenza, altrimenti credo che possano configurarsi anche dei reati omissivi». Contrada Quattrograna, dove resistono ultimissimi tetti con l'amianto, via Tedesco e Valle, sono solo alcuni degli esempi. Ma secondo il sindacato, l'eternit è presente anche negli alloggi ex Iacp e segnatamente nelle condotte fumarie. Ma la mozione di Picarello indica anche e soprattutto una via d'uscita: i fondi appositamente stanziati dalla Regione. «La quasi totalità degli alloggi prefabbricati installati ad Avellino nel dopo terremoto scrive - aveva la presenza di amianto all'interno, visto che le coperture degli stabili furono creare in cemento ed eternit. Ad oggi, esistono ancora diversi prefabbricati la cui bonifica non è ancora stata avviata. E la situazione viene sottolineato nella mozione - è resa ancora più drammatica da fatto che questa situazione dura dai primi anni ottanta. Molte famiglie sono giornalmente a contatto con le fibre di asbesto, essendo tali palazzine ancora in un so come alloggi popolari in attesa della consegna dei nuovi fabbricati». Quarant'anni di esposizione all'amianto, dunque, un grande allarme sociale denunciato ciclicamente senza soluzioni definitive. «Tali circostanze prosegue la mozione - costituiscono un pericolo reale ed imminente sugli abitanti della zona e sui cittadini. Ma esiste la possibilità di accedere ai fondi erogati dalla Regione per la bonifica e la rimozione». Così, l'atto «impegna il sindaco ad attivarsi per produrre un' istanza ed accedere ai predetti finanziamenti».

Il firmatario dell'iniziativa si è rivolto anche al presidente del Consiglio comunale, Ugo Maggio.

Chiede che la sua proposta venga portata con urgenza in aula e non finisca nel dimenticatoio. «Questa mozione denuncia - nasce dall'inerzia del Comune negli ultimi 2 anni. Un fatto grave. Come amministrazione Cinque Stelle ricorda il vicesindaco con Ciampi noi avevamo avviato un processo di risanamento». Ma i tempi della pubblica amministrazione, e soprattutto del Comune di Avellino in fatto di opere pubbliche, di questi tempi, sono proibitivi. A via Tedesco si attende da oltre due anni la consegna delle nuove case in sostituzione dei prefabbricati; a Quattrograne est è in fase di completamento un nuovo intervento di riqualificazione, mentre per il lato ovest esiste un importante progetto che, però, cammina a rilento. In più, ci sono i 37 milioni di euro cifra monstre che il Comune ha attinto su più bandi destinati proprio alle periferie. Risorse destinate, rispettivamente, alle aree dei prefabbricati di Quattrograne est e via Morelli e Silvati, al lato est di Avellino da via Tedesco a Borgo Ferrovia, e al quartiere di Rione Aversa. Per il sindaco Festa, ci si potrà lasciare alle spalle il degrado delle periferie. Ma l'emergenza è impellente da 40 anni. Allora Picariello incalza: «Da via Nicolodi, che giace nel pieno abbandono, al di là dell'inabilità di questi edifici, c'è un vero e proprio SoS. L'amianto si sta deteriorando ed il pericolo è grave e imminente non solo per chi ci abita, ma per l'intera città». A proposito dei fondi regionali, sostiene di aver addirittura «portato all'assessore competente le carte per la richiesta di accesso ai finanziamenti, ma la pratica dorme in Comune». La bomba dell'eternit, che ancora aleggia come una cappa nefasta sulla testa degli avellinesi, insomma, va subito disinnescata. Allora Ferdinando Picariello è netto: «Portiamo l'atto in Consiglio e votiamolo. Non c'è più tempo da perdere». Ancora un allarme sulle condizioni ambientali del capoluogo. L'iniziativa del consigliere arriva dopo la bufera delle polemiche sullo smog in città, che ha visto l'amministrazione sotto accusa per lo sforamento delle soglie massime consentite in un anno (35) già abbondantemente raggiunto a fine agosto.

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