Un monumento nel più assoluto abbandono e degrado: la fontana di Camporeale, detta anche di Ponte Gonnella, situata sulla strada statale 90 delle Puglie, in territorio di Ariano Irpino, ma in prossimità dello scalo di Greci-Savignano.
È ridotta davvero male. Tra erbacce che stanno per accerchiarla e rifiuti di tutti i generi. Non meriterebbe affatto una condizione simile. Eppure si tratta di monumento voluto da Carlo III, re di Napoli, nel 1757.
Successivamente, nel 1858, Ferdinando II provvide al restauro, facendo apporre la lapide che attualmente si legge e che copre la precedente, fortunatamente nota, perché riportata dal Parzanese nel 1845 nel suo "Viaggio di dieci giorni" in Puglia.
Tra l'altro, a quanto riportato dal Parzanese, originariamente la fontana si trovava più in basso "in capo al ponte". L'impianto fa parte di quella serie di fontane volute dai sovrani borbonici sulla "Strada Regia" che da Napoli portava in Puglia.
Serviva ai sovrani e alla loro corte in occasione di battute di caccia o trasferimenti in Puglia, ma anche ai viaggiatori.
Adesso la Fontana di Camporeale ha bisogno di una nuova attenzione sia da parte della civica amministrazione che della Soprintendenza ai Beni Culturali. Non può restare nelle attuali condizioni. Sarebbe condannata per sempre.
Tra l'altro il ritorno al suo originario splendore dovrebbe coincidere con la riscoperta anche di altre tre fontane storiche e di pregio architettonico situate sul territorio di Ariano: Carpino della Pila, Fontana della Maddalena, Carpino della Tetta. Per il restauro e recupero di queste fontane, come per altre di minore pregio artistico e storico, in realtà, si sono impegnate in più occasioni diverse associazioni e istituzioni locali. Sarebbe il caso di ripercorrere la stessa strada. Ovviamente, se dal Comune partisse una iniziativa che possa condurre all'individuazione di uno sponsor.
Nell'immediato il Comune potrebbe almeno provvedere ad eliminare le erbacce che circondano il manufatto. Ma non solo. Definire una strategia di fruizione turistica con la Comunità Montana dell'Ufita, della vicina "Taverna delle Monache", un suggestivo edificio, descritto nel catasto onciario nel 1753, che attualmente viene utilizzato raramente. A questo edificio hanno fatto per lungo tempo riferimento ospiti vetturali di cereali dalla Puglia a Napoli, capitale del regno delle due Sicilie. C'è dunque una ragione di più per ripulire la fontana di Camporeale. Per inserirla in un circuito turistico assai interessante.