Irpiniambiente, scoppia la rabbia dei lavoratori

Presidio al Comune: "Vogliamo essere assunti, no a De Vizia"

Irpiniambiente, scoppia la rabbia dei lavoratori
Irpiniambiente, scoppia la rabbia dei lavoratori
di Alessandro Calabrese
Lunedì 16 Ottobre 2023, 09:05
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Da una parte la richiesta di mantenere l'integrità territoriale del servizio, dall'altra la necessità di avere garanzie per i dipendenti nel passaggio da Irpiniambiente al sub ambito distrettuale del capoluogo. Sindacati di categoria ancora a Piazza del Popolo insieme ai lavoratori della spa in house della Provincia. Questa mattina, a partire dalle 10, per affermare un'istanza precisa: «Le assunzioni deve farle la società mista costituita per la gestione, la Grande srl, che ha sottoscritto il contratto con l'amministrazione comunale. Non con il socio privato rappresentato dalla De Vizia Transfer».

Su questo fronte UilTrasporti, Fit Cisl, Ugl Ambiente, Fp Cgil e Fiadel non derogano verso altre soluzioni definite "illegittime" e rispetto alle quali esprimono tutta la loro contrarietà. C'è poi la vicenda dell'Ato e dell'organizzazione del servizio su tutto il resto dell'ambito irpino. I ricorsi che saranno discussi il prossimo 22 novembre al Tar, sezione di Salerno, e presentati da 4 Comuni irpini e dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato rischiano di azzerare il percorso fatto fini qui e aprire le porte ai privati. Per questo motivo, e per ridurre i costi legati all'avvio del funzionamento del sistema, le organizzazioni sindacali chiedono all'Ente d'ambito e alla politica di effettuare le scelte per la nuova conduzione del ciclo integrato dei rifiuti.

Sull'intera vicenda e il presidio di questa mattina che arriva dopo i due giorni di sciopero di marzo e la successiva tenda davanti alla Prefettura, la segretaria di Fp Cgil, Licia Morsa, illustra lo scenario attuale: «Il fallimento della politica si è palesato attraverso la conduzione, la gestione e le strategie relative agli enti di servizio. Assistiamo ad una assurda guerra di posizionamenti senza precedenti.Assistiamo alla distruzione totale del ciclo integrato, allo scadere del tempo massimo. All'Ato chiediamo di assumere immediatamente la gestione degli impianti, senza tentennamenti alcuni, ed evitare ulteriori danni economici e sociali. Mentre pretendiamo che si faccia chiarezza sul progetto del Comune capoluogo, non possiamo accettare ulteriori approssimazioni, dobbiamo avere la certezza di garanzie nell'accompagnare i lavoratori in questo delicatissimo processo di passaggio».

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Un quadro a tinte fosche rispetto a una vertenza che si trascina ormai da oltre un anno, diventando sempre più complessa. Anche per quanto concerne il mantenimento del controllo dell'impiantistica, elemento indispensabile per il contenimento dei costi, che sembra tornare in discussione con l'ingresso di aziende private: il partner del Comune capoluogo che è già una certezza e l'eventuale futura società del settore che potrebbe formare una mista con l'Ente d'Ambito in caso di sentenza negativa del Tar. Da qui l'assoluta contrarietà del sindacato sulla decisione presa dal Comune di Avellino di uscire dall'ambito provinciale che rompe il fronte unitario e apre alla frammentazione territoriale. Su sponda Ato, poi, le sigle sindacali denunciano «il conflitto politico che ha messo a repentaglio la programmazione al punto tale che la decisione è stata delegata alla magistratura per la soluzione del problema». Per evitarla è stato chiesto a chiare lettere «un accordo politico, affinché tutti si riapproprino delle proprie competenze, evitando tatticismi e il gioco dello scarico delle responsabilità che ci porterebbe a disperdere un patrimonio che è stato faticosamente costruito nel tempo».
 

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