Avellino, accoglienza ucraini,
allarme posti letto: «Ne servono di più»

Avellino, accoglienza ucraini, allarme posti letto: «Ne servono di più»
di Rossella Fierro
Venerdì 4 Marzo 2022, 08:59
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«La solidarietà che l'Irpinia sta dimostrando è straordinaria, ma l'accoglienza dei profughi ucraini va organizzata per evitare che si trasformi in emergenza».
Don Vitaliano della Sala, vice direttore della Caritas diocesana, si appella agli avellinesi e ai cittadini ucraini che da anni vivono e lavorano sul territorio e che in queste ore stanno invitando parenti e amici in fuga dalla guerra a raggiungere l'Irpinia senza però avere l'effettiva possibilità di ospitarli in maniera dignitosa e di garantire loro, soprattutto ai bambini, l'accudimento necessario. Sono tantissimi i cittadini che in questi drammatici giorni stanno partecipando, ognuno per quel che può, alla gara di solidarietà per il popolo ucraino. Associazioni ed enti stanno raccogliendo soldi e beni di prima necessità, medicinali e vestiti innanzitutto, da inviare in Ucraina grazie a pullman che partono di continuo alla volta del paese che dal 24 febbraio vive sotto le bombe sganciate su ordine di Putin. E in tanti stanno contattando familiari e amici per dirgli di raggiungere Avellino e l'Irpinia.


Un fenomeno, racconta don Vitaliano Della Sala, «per ora ristretto, stando a quanto siamo riusciti a capire, a pochissime persone per la maggior parte mamme con bambini che hanno raggiunto il capoluogo irpino a bordo delle loro auto o grazie a qualche passaggio da parte di privati.

Parliamo di persone che vengono invitate a raggiungere l'Irpinia in maniera un po' improvvisata da chi, in buona fede volendo mostrarsi solidale, poi si rende conto di non avere la possibilità concreta di accoglierli e sfamarli e quindi si rivolge a noi che, chiaramente, interveniamo. In questo modo però, senza un'organizzazione preventiva, quando con l'apertura dei corridoi umanitari ci sarà il grande esodo, rischiamo di ritrovarci in una condizione di emergenza e di non riuscire a garantire un'ospitalità dignitosa a chi fugge dalle bombe».

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Accoglienza degna che non vuol dire solo dare un tetto a chi ha perso o ha dovuto lasciare tutto nel giro di poche ore, ma anche garantire vicinanza e sostegno psicologico. «Se i numeri aumenteranno - aggiunge il parroco - bisognerà che Comune e Regione si organizzino per riaprire strutture abbandonate come l'ex Moscati di Viale Italia e il Maffucci per poter ospitare qualche centinaio di profughi». Non una semplice provocazione ma una concreta eventualità secondo don Vitaliano: «So bene che i due vecchi ospedali non sono in condizioni di vivibilità immediata considerando i tanti anni di chiusura ed abbandono, ma non bisogna dimenticare che la priorità per i profughi ucraini in questo momento è quella di salvarsi la vita e di portare i bambini al sicuro, sotto un cielo da cui non piovono missili».


Vivibilità immediata che invece sarebbe garantita dal Convento delle suore Oblate nel cuore del centro storico dove nella giornata di mercoledì Prefettura e Vigili del Fuoco hanno effettuato un sopralluogo per verificarne l'effettiva adeguatezza ad ospitare circa venticinque persone. «Attendiamo solo l'ok della Prefettura che dovrebbe arrivare nelle prossime ore. Poi il convento sarà immediatamente pronto, in qualsiasi momento, ad accogliere e ospitare donne e bambini. Nel frattempo stanno arrivando le prime disponibilità da parte dei parroci irpini a cui il Vescovo Arturo Aiello ha chiesto di verificare se nelle adiacenze delle loro chiese ci siano locali adatti e di renderlo noto in modo da poter fare una ricognizione dei beni per l'accoglienza e comunicarli alla Prefettura. Dobbiamo prepararci - avverte Della Sala - ad un arrivo consistente di profughi, così come alle partenze da parte di molti cittadini ucraini che, nonostante avessero costruito qui la loro vita, hanno scelto di tornare nella loro terra a combattere con una determinazione che ha pochi precedenti. Abbiamo il dovere di accoglierli ma anche di non farli sentire soli».
 

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