«Vaccini Covid, gli anziani superati
da chi lavora negli studi medici»

«Vaccini Covid, gli anziani superati da chi lavora negli studi medici»
di Antonello Plati
Mercoledì 3 Febbraio 2021, 08:49 - Ultimo agg. 23 Marzo, 02:56
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«L'Asl di Avellino non sta rispettando il piano vaccinale anticovid della Regione Campania». Non usa mezzi termini, Vincenzo Petruzziello, vicepresidente della casa di riposo per anziani Rubilli di Avellino.

Le ultime scelte dell'ente di via Degli Imbimbo non le ha digerite. Le ritiene sbagliate e pure lesive del diritto alla salute. Spiega: «Le dosi sono arrivate, siamo già in ritardo di un paio di settimane. Ma anziché vaccinare i nostri ospiti, l'Asl ha deciso, in modo arbitrario, di convocare i collaboratori degli studi medici. Eppure eravamo noi i prossimi della lista: mi sembra una cosa assurda e pure un'ingiustizia nei confronti di persone anziane che sono in attesa da troppo tempo». In effetti, lunedì mattina, dopo uno stop ai rifornimenti di una ventina di giorni, sono state consegnate 1000 dosi del vaccino Moderna. L'Azienda sanitaria, però, ha scelto di somministrarle al personale non sanitario che lavora negli studi dei medici di base. La manager Maria Morgante ha sostenuto che «le dosi non erano sufficienti a coprire tutte le case di riposo della provincia di Avellino, in considerazione del fatto che la metà deve essere accantonata in vista dei richiami».

Una motivazione che per Petruzziello non regge: «Non lo capisco proprio il comportamento della manager Morgante: con le 500 dosi che aveva a disposizione avrebbe potuto iniziare a fare il vaccino nelle due case di riposo più grandi delle provincia, che siamo noi e il Roseto. Invece, che fa? Convoca i collaboratori degli studi medici, stravolgendo il piano vaccinale della Regione che lei stessa aveva sempre difeso quando le erano state mosse altre critiche rispetto ai criteri di selezione».

Intanto, all'interno del Rubilli la situazione è tesa: «Sì, ci sono i familiari degli ospiti che giustamente ci tempestano di richieste. Abbiamo cercato di contattare l'Asl, ma non abbiamo ricevuto ancora riscontri. Quindi, in questo momento, non siamo a conoscenza di una data». Che però dovrebbe essere quella di lunedì prossimo, 8 febbraio: «Così abbiamo appreso dai giornali, ma non c'è niente di ufficiale. Chiediamo alla direzione generale dell'Asl di Avellino di avere al più presto certezze e ribadiamo il fatto di non comprendere perché si sia messa in discussione una graduatoria già stabilita. Tra l'altro, tra poco si partirà con la seconda fase che riguarda le persone che hanno più di 80 anni: quindi chi sta al Rubilli, quasi tutti over 80, avrebbe doppiamente diritto a essere vaccinato».  

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Più diplomatico, ma comunque amareggiato per i ritardi Rocco Stanco, il direttore sanitario del Roseto, la casa di riposo di via Zoccolari. Dice: «La situazione all'interno della nostra struttura, per fortuna, è molto tranquilla. Fino a questo momento, non ci sono stati casi di positività al nuovo Coronavirus. Tuttavia, non possiamo nascondere di attendere con trepidazione il vaccino: lo aspettiamo per poterci comportare, finalmente, in maniera diversa anche se siamo ben consapevoli che dovremo sicuramente continuare a usare tutti i presidi di sicurezza e continuare ad assumere comportamenti corretti per evitare la diffusione del contagio. Però è anche vero che una volta vaccinati, il nostro stato d'animo nell'approccio al nostro lavoro sarebbe diverso».

Sia Rubilli sia Roseto, come detto, sono Covid-free sin dall'inizio dell'emergenza sanitaria. Stanco riflette: «In questo momento, la vita è molto condizionata da chi lavora in una comunità come la nostra. È diffusa una preoccupazione maggiore: chiunque potrebbe essere un involontario portatore del contagio. Da noi, è giusto sottolinearlo, tutti gli operatori hanno avuto comportamenti adeguati sia all'interno sia all'esterno della struttura che hanno consentito di essere indenni. Ma non dobbiamo assolutamente allentare la tensione». Quindi, tornando alla campagna vaccinale, il direttore sanitario del Roseto conclude: «L'immunità non sarà immediata. Adesso confidiamo nel fatto di poterci vaccinare quanto prima: uscire da questa condizione, significa recuperare una certa serenità e intravedere quella luce che da un po' di tempo a questa parte tutti abbiamo un po' perso».
 

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