Avellino, edilizia pubblica: che disastro!
Sono duecento gli alloggi non ultimati

Avellino, edilizia pubblica: che disastro! Sono duecento gli alloggi non ultimati
di Flavio Coppola
Lunedì 30 Agosto 2021, 09:34 - Ultimo agg. 20:44
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Non meno di venti milioni di euro sprecati per circa 200 alloggi non ancora ultimati. Cantieri enormi disseminati per la città, ridotti in molti casi a poco più che discariche a cielo aperto, e che, da oltre 10 anni, non vengono sbloccati. E' il disastro delle opere di sostituzione edilizia partite sotto la seconda gestione Galasso, oggi sparite dai radar dell'amministrazione Festa. Nella città dei prefabbricati post terremoto ancora in piedi, dei 282 aventi diritto ad una casa popolare appena censiti dalla nuova graduatoria e delle assegnazioni immobili, e delle incompiute storiche, si tratta probabilmente del fallimento amministrativo più grave e sottovalutato nel variegato panorama delle storiche incompiute della città. Quei lavori, se completati, coprirebbero abbondantemente la richiesta drammaticamente inevasa di nuove abitazioni, che aveva spinto l'attuale amministrazione, l'anno scorso, a tentare in maniera fallimentare di acquistare alloggi dai privati. Ma le case ci sarebbero e gli avellinesi le hanno già pagate.

Da via Morelli e Silvati a via De Napoli, da Via De Venuta, da a via Tedesco fino a Picarelli, il degrado dei cantieri interrotti, disseminati di rifiuti, è l'emblema della cattiva politica. Al costo di 10,569 milioni di euro, il 25 febbraio 2010, veniva stipulato il contratto con l'impresa «Cincotti» per il programma di sostituzione edilizia di via Morelli e Silvati. Ironia della sorte, alcuni dei protagonisti politici e tecnici dell'amministrazione del tempo sono tuttora al timone a Palazzo di Città: dall'assessore alla Gestione delle opere pubbliche, Antonio Genovese, che oggi sfugge a qualsiasi domanda sul tema, al dirigente Luigi Cicalese. Il cantiere, che avrebbe dovuto portare alla nascita di 5 moderni edifici in quel comprensorio, era partito il 29 giugno 2011 e sarebbe dovuto durare 570 giorni. Meno di due anni. Oggi, 10 anni dopo, dell'edificio 2 c'è solo lo scheletro, circondato da erbacce, montagne di sabbia, rifiuti, travi arrugginite, mattoni sbriciolati e degrado. A due passi da Parco Palatucci, di fronte al parchetto e alle strutture sportive che solo grazie al vescovo sono tornate al decoro e all'antico splendore, quel che dovrebbe essere l'edificio 5 contiene al suo interno un vera e propria discarica di rifiuti.

Lungi dall'essere ultimata, la stecca è in condizioni migliori dell'altro fabbricato, ma anche qui i lavori non vanno avanti e il materiale edile circonda l'intero fabbricato.

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Decine e decine di potenziali alloggi marciscono sotto il sole dell'indifferenza amministrativa e imprenditoriale pagate con i soldi pubblici. Altro giro, altro fabbricato incompiuto a via De Venuta. Stesse condizioni del precedente. Eretto l'edificio, che sembra vicino al completamento, mancano alcuni accessi ai portoni, l'area è delimitata alla buona da transenne e assi di legno e circondata anche qui da cumuli di terra e rifiuti. In una lontana commissione del 2019, l'assessore Genovese si era spinto ad ipotizzarne la consegna entro Natale. Non aveva specificato, però, di quale anno. Con altri 3,7 milioni di euro, il 12 novembre 2014, l'amministrazione Foti ripartiva con la sostituzione edilizia dell'ambito via Baccanico-Valle-via Tedesco. Anche qui, aggiudicato all'impresa «Cincotti», per un progetto ereditato dalla gestione precedente e poi bloccatosi come al solito. Sette anni dopo, l'edificio di via De Napoli (Valle), non è stato ancora consegnato. Dall'esterno, appare complessivamente terminato, anche se resta transennato e da ormai un anno l'amministrazione Festa ha smesso di parlarne. Ha parlato più volte, collezionando due anni di promesse mancate, degli alloggi eternamente in via di ultimazione a via Francesco Tedesco. In attesa che la lunghissima fase di installazione degli ascensori abbia fine, 30 famiglie attendono nei prefabbricati post sisma che marciscono a due passi. Ma a guardare il cantiere, soprattutto la parte esterna, minacciata da un costone a rischio crollo e con un muro di contenimento posticcio, la sensazione è che ci sia ancora molto da fare. Il quadro amministrativo da amanti dell'orrido si chiude idealmente a Picarelli. Anche qui mancano all'appello una cinquantina di alloggi, finanziati per 4,2 milioni di euro nel 2007. Stessa odissea degli altri, nel 2019 il Comune, c'era il commissario Priolo, ebbe uno scatto d'orgoglio: sfrattò l'impresa che se ne stava occupando da 2009 per «gravi inadempienze e assunzioni irregolari. Quindici anni dopo, il nulla.

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