Avellino, estorsione al bar
titolare minacciato dopo la denuncia

Avellino, estorsione al bar titolare minacciato dopo la denuncia
di Alessandra Montalbetti
Giovedì 4 Novembre 2021, 07:55
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«Infame ci ha cantati, non hai capito che serate non farai più, prepara i soldi comunque non arrivi a domenica».
Questo il contenuto delle minacce rivolte all'indomani del primo episodio di tentata estorsione all'Ultrabeat Cafè di via Cannaviello, da parte di Alessio Romagnuolo e Claudio Ferrante, i due giovani arrestati nei giorni scorsi. Dalle indagini emerge come i due siano ritornati in via Cannaviello il lunedì - quando ormai il locale di Gianpio Genovese era stato chiuso per i disordini accaduti la domenica - rivolgendo ulteriori minacce al titolare dell'attività, che dunque presentò una seconda denuncia nei loro confronti. Minacce rivolte per «procurarsi l'ingiusto profitto pari a circa 500euro», pretesi già la domenica al culmine del litigio.

Intanto è stata depositata l'istanza di riesame per i due indagati, entrambi carcere. Gli avvocati Gerardo Santamaria per Alessio Romagnuolo e l'avvocato Valeria Verusio per Claudio Ferrante (costituitosi venerdì scorso dopo essere rientrato dalla Germania per questioni lavorative) attendono la fissazione del riesame per chiedere la revoca della misura emessa dal gip Francesca Spella. Alessio Romagnuolo e Claudio Ferrante sono accusati di tentata estorsione e danneggiamento, proprio nei confronti del titolare del noto locale cittadino. Nel corso degli interrogatori di garanzia i due risposero alle domande del gip respingendo le accuse e precisando di «non avere nessuna pistola e di non aver fatto alcuna richiesta estorsiva». I due durante l'interrogatorio chiarirono di aver avuto un primo litigio il 15 ottobre, nel quale Romagnuolo e Ferrante, ebbero la peggio e furono entrambi costretti a far ricorso alle cure mediche per le ferite riportate. Ferrante riportò una ferita al volto per la quale fu necessaria l'applicazione di diversi punti di sutura presso il nosocomio avellinese.

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Domenica 17 ottobre i due fecero ritorno nel locale, già alticci.

Romagnuolo e Ferrante, stando alla ricostruzione dei fatti effettuata dagli inquirenti, avrebbero tentato di estorcere un'ingente somma di denaro. In quella circostanza avrebbero mostrato di essere armati. A ricostruire i terribili e concitati momenti di terrore vissuti lo scorso 17 ottobreè stato proprio il proprietario del noto locale avellinese, Gianpio Genovese che subito chiese l'intervento dei carabinieri. «Verso le ore 18 si presentarono due giovani armati intenzionati a sparare ad un loro rivale per regolare dei conti». Il proprietario del bar di via Cannaviello, dapprima cercò di calmare gli animi dei due malintenzionati, offrendo un caffè, ma proprio in quel frangente Romagnuolo insieme al suo sodale avrebbe avanzato la richiesta estorsiva: «Io vengo tutte le sere se non cacci i soldidovete pagare tutti quanti, devi pagare pure tu, mi devi dare cinque carte, se no io vengo dopo ti picchio, ti sparo e tanto so pure dove abiti e conosco pure tua figlia». A quel punto uno dei due scagliò una bottiglia contro la vetrina dell'attività ricettiva e a seguito di ulteriori minacce di sparare, sia il titolare che i dipendenti, impauriti da quanto stava accadendo, scapparono lasciando il locale e allertando le forze dell'ordine.


Il 18 ottobre, quindi, il titolare del locale ricevette un ulteriore minaccia quando ormai l'attività era stata chiusa. Prontamente, presero il via le indagini, eseguite dai carabinieri del comando provinciale di Avellino, che acquisirono le immagini delle telecamere di videosorveglianza attive all'interno dell'esercizio. Alcuni giorni dopo il litigio avvenuto nel locale avellinese, il 19 ottobre, si è poi verificato un agguato teso nei confronti di Alessio Romagnuolo con l'esplosione di alcuni colpi d'arma da fuoco, calibro 7.65, contro la sua abitazione ubicata nel quartiere di Quattrograna Est. Non si esclude che gli episodi possano essere concatenati.
 

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