Avellino, il figlio di Mimì: «Ho un sospetto su un invitato»

Francesco ascoltato per due ore dai carabinieri

Avellino, il figlio di Mimì: «Ho un sospetto su un invitato»
Avellino, il figlio di Mimì: «Ho un sospetto su un invitato»
di Alessandra Montalbetti
Giovedì 18 Gennaio 2024, 09:35 - Ultimo agg. 15:34
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«Sei grande, fai l'uomo, dì la verità». Francesco Manzo punta il dito contro un suo amico che prese parte, la sera della scomparsa di suo padre, alla festa della sorella Romina (indagata insieme ad altre tre persone) la sera dell'8 gennaio del 2021 quando scomparve Mimì. Uscendo dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Avellino, alla fine della sua lunga escussione davanti ai militari della Sezione Operativa della locale Compagnia, il ventenne di Mimì ha le idee più chiare.

Dopo aver visionato - per oltre due ore - con i carabinieri le immagini delle telecamere di videosorveglianza in loro possesso, riesaminato tutte le dichiarazioni rese nella fase delle indagini da tutti i soggetti escussi dai militari confrontandole con gli agganci delle celle telefoniche dei loro cellulari, Francesco si dice convinto di «essere vicini alla fine. Oggi ho dei sospetti su di una persona». Fa riferimento a qualcuno che sa cosa è accaduto al padre la sera dell'8 gennaio 2021 all'incrocio tra via dell'Annunziata e via Marconi, nei pressi della ferrovia dismessa di Prata Principato quando le telecamere di videosorveglianza lo riprendono per l'ultima volta ancora in vita, quando Mimì dopo aver avuto un litigio con Romina si allontanò dalla sua abitazione per recarsi verso la Basilica. «Dalle telecamere si evince che questa persona era lì, in quel punto preciso e non può non aver visto nulla.

Si presume anche che papà sia salito su di un'auto per poi sparire nel nulla».

Il giovane ha proseguito, convocato dai militari, come persona informato sui fatti afferma «sono contento di stare qui, anche perché ho sempre detto tutta la verità e non ho nulla da nascondere. Ho piena fiducia nel lavoro svolto dalla Procura di Avellino e dai Carabinieri». «Siamo davvero al termine di questa vicenda», afferma Francesco anche se confessa «non ce la facciamo più, sia io che mia sorella, ma lo faccio per mio padre; vogliamo tutta la verità, basta con queste frottole. Devono dirci come sono andate veramente le cose».

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Nei prossimi giorni presso il comando di via Brigata sfileranno altri testimoni, persone informate sui fatti che verranno escusse dai militari dell'arma per confrontare ancora orari, movimenti e testimonianze già rese all'epoca dei fatti. Il tutto poi dovrà essere confrontato con i risultati delle analisi in corso presso i Ris di Roma, sull'unica traccia ematica rinvenuta dal nucleo speciale sul gancio del portabagagli della T-Roc nel luglio del 2022. Risultati che arriveranno a fine gennaio. Anche Romina, indagata per sequestro di persona afferma «non so nulla, non c'entro nulla nella scomparsa di mio padre.

Ad oggi posso dire che al nostro fianco sono rimasti solo gli amici veri, quelli poco sinceri si sono allontanati. Su di noi solo sospetti, ombre, ma intanto a distanza di tre anni dalla scomparsa di mio padre continuiamo a lottare per sapere la verità». Dopo l'escussione di Francesco Manzo (non indagato nella scomparsa del padre) l'avvocato Federica Renna ha precisato «il giovane ha appreso solo ieri tanti dettagli sull'inchiesta. Le indagini sono secretate e finora nessuno ha potuto sapere bene gli spostamenti delle varie persone coinvolte e delle vetture attenzionate. Infine voglio precisare che Romina ad oggi non ha la patente e sebbene noleggiò la T-Roc per organizzare la festa di compleanno, non l'ha mai guidata». Oltre a Romina Manzo (difesa dall'avvocato Federica Renna), risultano indagati Loredana Scannelli accusata anche lei di sequestro di persona, il suo ex fidanzato Alfonso Russo e la madre di Loredana Scannelli. Nei loro confronti la procura ipotizza i reati di favoreggiamento solo per Pasqualina Lepore (difesa dall'avvocato Rolando Iorio) e false dichiarazioni al pubblico ministero e favoreggiamento per Alfonso Russo (difeso dall'avvocato Palmira Nigro).
 

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