Avellino, incendio nello stabilimento, le verifiche dei Pm. L'Arpac: «Nessun allarme»

La distruzione del capannone della Me.Res. Srl, impianto del gruppo d'eccellenza Adler

Avellino, incendio nello stabilimento, le verifiche dei Pm. L'Arpac: «Nessun allarme»
di Renato Spiniello
Domenica 22 Ottobre 2023, 10:25
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«Nel disastro ci possiamo ritenere fortunati, perché le condizioni meteorologiche dei giorni scorsi con il forte vento e la pioggia hanno favorito una rapida dispersione degli inquinanti». Tira un sospiro di sollievo il direttore generale dell'Arpac Stefano Sorvino nel commentare i dati del monitoraggio avviato dall'agenzia regionale negli immediati istanti in cui bruciava il capannone della Me.Res. Srl, impianto del gruppo d'eccellenza Adler, sito nel nucleo industriale di Pianodardine, che produce e trasforma poliuretani espansi flessibili, destinati prevalentemente ai settori dell'arredamento, del riposo e della componentistica per auto.

«La concentrazione di diossine e furani è inferiore ai valori di riferimento» si legge nel bollettino relativo ai risultati del campionamento eseguito nell'arco delle prime ventiquattro dell'incendio, effettuato con un particolare strumento ad alto volume collocato nei pressi dell'edificio andato a fuoco.

Al primo ciclo di campionamento (ne seguiranno altri due di cui uno appena concluso), si aggiungono i dati rilevati dal laboratorio mobile e dalla stazione fissa che in tutta l'area industriale hanno confermato valori di concentrazione degli inquinanti al di sotto dei limiti di legge. «Fortunatamente - continua Sorvino - si è trattato di un evento durato solo poche ore grazie al pronto intervento effettuato dai Vigili del Fuoco del Comando di Avellino, con cui c'è stata fin da subito grande collaborazione. L'attenzione sull'opificio, e in generale su tutta l'area di Pianodardine, resta altissima da parte dell'agenzia, come richiesto dai sindaci del territorio con cui c'è proficua collaborazione istituzionale» precisa il direttore dell'Arpac. La Me.Res. Srl, infatti, è uno di quegli stabilimenti industriali che sono considerati ad alto rischio in caso di gravi incidenti, anche se - come tiene a sottolineare Sorvino - nell'inventario Seveso è classificato tra le fabbriche di soglia inferiore.

Intanto parallela all'indagine sull'impatto ambientale, prosegue l'inchiesta della Procura di Avellino volta ad accertare le cause del rogo divampato la notte tra mercoledì e giovedì. Non si profila, così come avvenne nel settembre del 2019 per l'opificio Ics, anche quello distrutto dalle fiamme, il reato di danno ambientale. Il fascicolo d'indagine è aperto con l'ipotesi di incendio doloso. Da verificare, insomma, se dietro il gigantesco rogo ci sia stata la mano dell'uomo o se contrariamente si sia trattato di un innesco accidentale. Il capannone, al momento dell'incendio, era vuoto, in quanto l'ultimo turno dei lavoratori si conclude alle ore 22.00.

Video

Al vaglio degli uomini della Digos e della Squadra Mobile della Questura di Avellino, diretti rispettivamente dai Vicequestori Vincenzo Sullo e Gianluca Aurilia, ulteriori immagini e video, oltre a quelle già acquisite delle telecamere della video-sorveglianza della fabbrica. Gli inquirenti stanno visionando, in particolare, le foto e i video realizzati direttamente dai Vigili del Fuoco del Comando Provinciale nelle fasi di spegnimento delle fiamme. Ma ci sarebbe anche un altro video, girato da un passante prima ancora dell'intervento dei caschi rossi, arrivati sul luogo dell'incendio intorno all'1.30 di giovedì notte. Si tratterebbe della persona che per prima ha allertato la centrale di via Zigarelli. Sempre i Vigili del Fuoco hanno effettuato un ulteriore intervento la scorsa notte nell'area del capannone distrutto dalle fiamme, che presentava a distanza di diverse ore ancora tracce fumanti, a testimonianza del delicatissimo lavoro di messa in sicurezza della zona portato avanti dai pompieri.
 

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