Avellino, polveriera mercato ambulanti
in corteo e sindaco nel mirino

Avellino, polveriera mercato ambulanti in corteo e sindaco nel mirino
di Flavio Coppola
Mercoledì 15 Gennaio 2020, 08:23
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La polveriera del mercato esplode in una durissima protesta.
Il fronte resta compatto. Gli ambulanti declinano in massa l'offerta di Valle, e attraversano la città nella prima e a tratti drammatica contestazione ricevuta dal sindaco, Gianluca Festa: «Giù le mani dal lavoro», «il mercato non si tocca». Ed ancora: «Sindaco bugiardo», «dimettiti». Sono gli slogan più gettonati da un corteo di circa 200 persone, che marciano rumorosamente per il centro e chiedono di poter tornare sullo stadio.
Il cordone muove da Campetto Santa Rita al Comune, scortato dalla Digos, dove la delegazione di operatori e sindacalisti cerca l'incontro con l'amministrazione. Stazionano a Piazza del Popolo, dove un tempo si teneva un suggestivo mercato. Ma il primo cittadino, in compagnia del vicesindaco con delega al Commercio, Laura Nargi, pone la sua condizione: da una parte i mercatali, dall'altra i rappresentanti sindacali. Proposta ritenuta irricevibile, e il corteo riprende a marciare ancor più inviperito verso la Prefettura.
È a questo punto che partono gli slogan più duri, gli sfoghi più amari e finanche plateali. A Piazza Libertà, due manifestanti si sdraiano per terra con l'intento di bloccare il traffico. Le donne in prima fila lanciano strali al primo cittadino: «Pinocchio, vergognati, hai mandato in strada 300 famiglie». Sotto al Palazzo di Governo, i manifestanti attendono per due ore l'esito del confronto tra i propri rappresentanti e il Prefetto, Paola Spena.
Al termine, Peppino Innocente, vice presidente di Confesercenti, associazione degli imprenditori irpini, lo giudica «improduttivo»: «Confermiamo la linea dell'impugnazione degli atti del sindaco al Tar. La promessa che ci è stata fatta - riferisce - è un riavvicinamento delle parti in tempi brevissimi. Per noi non è un problema. Finora - ricorda - chi ha posto condizioni per non vederci è stata l'amministrazione. Chiedendoci incontri separati hanno evidentemente cercato lo scontro».
I due blocchi, per il momento, restano lontanissimi. E le accuse reciproche inaspriscono ulteriormente gli animi. Un uomo, dal forte accento napoletano, rincara la dose: «Festa, hai chiuso le porte a persone di 70 anni che lavorano dalle 5 di mattina alle 5 del pomeriggio. Mandi sul lastrico 300 padri di famiglia. Nemmeno Hitler». Poi si rivolge in maniera colorita al Ministro Luigi Di Maio: «Se è vero che sei della nostra terra fai qualcosa, ferma questo sindaco fascista».
Un altro commerciante storico del mercato guarda dritto verso una telecamera e accusa Festa a viso aperto: «Ho fatto votare questo sindaco dai miei amici e dalla mia famiglia, e dove sono le sue promesse? Vergognati. Prima sei venuto a chiederci i voti, ora ti sei rifiutato di riceverci insieme per dividerci».
Sin dalle prime ore della mattinata, gli ambulanti avevano dato per scontato quello che, poco dopo, le immagini dei video che giravano sui loro smartphone testimoniavano impietosamente: a Valle non era andato nessuno. «Quella soluzione dice un commerciante è stata solo una mossa sleale di Festa, che ci avrebbe indeboliti». Antonello Tarantino, direttore di Confesercenti, evidenzia: «Siamo un unico fronte. Dicendo di sì a Valle avremmo perso tutti, quel flop era nell'aria. Era chiaro che non si sarebbe potuto spostare un mercato dalla sera alla mattina».
La mobilitazione, insomma, consegna un clima da vera e propria guerra totale. Il conto del piano di delocalizzazione avviato con lo spostamento del terminal bus, per l'amministrazione Festa, comincia ad essere salato. Almeno in termini di contestazioni: «Caro sindaco - ironizza un'altra donna che sfila in prima linea - ti ringrazio per tutto quello che stai combinando. Passati la mano per la coscienza, ci sono persone che non possono mettere nemmeno la benzina nei camion. Ora sarà guerra aperta».
Per Festa, chi non si mette in regola con tutte le imposte non potrà tornare a lavoro. Ma un commerciante di monili la mette così: «Chi non ha pagato va aiutato, non sfrattato. Altrimenti come potrebbe risollevarsi?».
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