Avellino, raid a piazza Libertà;
Negrone accusa: «Vogliono colpirci»

Avellino, raid a piazza Libertà; Negrone accusa: «Vogliono colpirci»
di Flavio Coppola
Martedì 22 Marzo 2022, 09:52
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Nessun responsabile per i danni a Piazza Libertà, ma un sospetto pesante che viene espresso chiaramente dall'assessore all'Ambiente, Giuseppe Negrone: «Lo fanno apposta per colpirci». Al posto delle pene esemplari invocate dal sindaco Festa, il solito nulla di fatto. L'unica telecamera comunale presente a Piazza Libertà, infatti, non è riuscita almeno per ora a fornire indicazioni di rilievo alla Polizia municipale, e dunque al Comune di Avellino, rispetto agli autori dei danneggiamenti ai servizi pubblici della centrale agorà cittadina.

Da quanto si apprende a Piazza del Popolo, l'episodio che ha mandato Festa su tutte le furie sarebbe avvenuto nella giornata di sabato, tra la mattina e le 20, quando i servizi vengono chiusi al pubblico.

Ma per i caschi bianchi è impossibile comprendere chi abbia devastato l'interno, a partire dai solai, visto che al di sotto del celebre cubo di Piazza Libertà di telecamere non ve ne sono. Comune ancora una volta senza alcun identikit, l'assessore all'Ambiente e a Decoro Urbano, Giuseppe Negrone, non crede affatto che si tratti di un episodio casuale: «Non ci sono dubbi, l'hanno fatto apposta. sbotta Non è possibile che sia un caso. Avevamo sistemato i locali dopo l'ultimo atto vandalico appena domenica scorsa. Riapriamo e, nemmeno una settimana, dopo ci risiamo. Vogliono colpire l'amministrazione. E ora mastica amaro - dovrà ripartire la solita trafila di preventivi e spese a carico del Comune per il ripristino».

Le parole dell'assessore aprono dunque un nuovo filone. Potrebbero esserci mandanti «politici» intenzionati a vanificare ogni volta il lavoro dell'esecutivo. Negrone, però, non dice chi potrebbero essere. Ma le indagini sono ancora una volta a un punto morto. Dal punto di vista legale, se le telecamere anche stavolta non consegneranno un responsabile, potrebbe partire una denuncia verso ignoti. Il vicecomandante della Polizia municipale, Domenico Sullo, ricorda che «si tratta di reati penali, e che si sta valutando ogni ipotesi». «Ma è difficile poter collegare un cittadino all'episodio solo con le riprese sterne». ricorda - La strada dell'esposto verso anonimi, comunque, si è già rivelata infruttuosa in altri casi. L' amministrazione l'ha tentata in più di un'occasione per le vicende dell'ex Eliseo. E puntualmente le ricerche successive non hanno sortito risultati. Evidentemente, c'è anche un tema legato alla guardiania dei beni comunali. Ma Piazza del Popolo non ha dipendenti. Così, all'indomani della vibrante denuncia del sindaco Festa, che si è portato sul posto ed ha filmato puntigliosamente il raid, è di nuovo il momento della polemica politica in Consiglio comunale.

Ettore Iacovacci, capogruppo del Partito democratico, il maggiore partito dell'opposizione, accusa senza mezzi termini proprio la fascia tricolore: «Perché il sindaco non dice anche che mancano i custodi per le strutture comunali? Se fosse presente la guardiania, tutto ciò non sarebbe possibile». attacca - Iacovacci, quindi, mette nel mirino l'amministrazione e ciò che non ha fatto per tutelare i beni pubblici. Da questo nascerebbe un ulteriore aggravio economico: «I soldi si trovano e si spendono per altre cose, e nel frattempo il Comune non si fa pagare nè i canoni e né le tasse da chi utilizza le sue strutture sportive. ricorda riferendosi evidentemente alla vicenda dello stadio «Partenio» - E' una vergogna». - sentenzia - Il tema, però, esiste. La maggior parte dei pezzi pregiati del patrimonio comunale è senza un gestore. E l'impossibilità dell'ente di farli funzionare in house, e finanche di vigilarle, li espone praticamente ogni giorno. Nemmeno dal serbatoio sociale dei percettori del Reddito di cittadinanza Piazza del Popolo è riuscita ad attingere figure capaci di sorvegliare i beni. Eppure, nei mesi scorsi, una delibera di giunta approvata dall'amministrazione aveva previsto il reclutamento di oltre 200 beneficiari per lavori di pubblica utilità. Per un minimo di 8 ad un massimo di 16 ore settimanali. Una linea delle 4 individuate, denominata «Me ne prendo cura», era destinata proprio alla custodia dei beni comunali. Anche stavolta, però, alle parole non sono seguiti i fatti.

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