Avellino, recupero di palazzo Trevisani
a fine mese i lavori sui ponteggi

Avellino, recupero di palazzo Trevisani a fine mese i lavori sui ponteggi
Domenica 21 Agosto 2022, 11:03
4 Minuti di Lettura

Si sblocca l'intervento di recupero dello storico Palazzo Trevisani. Per la fine del mese dovrebbero partire i lavori di sistemazione del ponteggio e messa in sicurezza del Palazzo settecentesco di Corso Vittorio Emanuele. La necessità di realizzare l'adempimento si era resa evidente nei mesi scorsi, per poter poi avviare la fase ben più ambiziosa di recupero dell'intero edificio, dopo il sopralluogo effettuato dal sindaco Festa, dai tecnici comunali e dall'amministratore condominale, Carmine Antonio Ciccarone. L'imperativo categorico di assicurare stabilità e sicurezza all'edificio, smontando e rimontando l'impalcatura che lo sorregge, aveva ostacolato una riqualificazione che sembrava camminare a grandi passi, impedendo l'apposizione di un telone raffigurante la facciata di Palazzo Trevisani così com'era nel momento di massimo splendore, nel 1700. Il 4 agosto scorso, si è svolto un nuovo sopralluogo per valutare il da farsi. Ed ecco le risultanze: l'impresa dovrà occuparsi della recinzione dell'area di cantiere e della messa in sicurezza del sito.

Quindi, dello smontaggio dell'impalcatura sulla facciata anteriore e della posa in opera di un nuovo ponteggio con tubi innocenti. Quindi, sul Palazzo verrebbe posto un telo anti-caduta, necessario per tutelare l'incolumità delle migliaia di cittadini che attraversano Corso Vittorio Emanuele, e montare una nuova impalcatura. I lavori dovrebbero durare un paio di mesi. Questo vuol dire che, evidentemente, il cronoprogramma immaginato la scorsa primavera per il recupero del più importante «buco nero del capoluogo» è già abbondantemente saltato. Prima che emergesse la necessità di rifare il ponteggio, si era immaginato di poter arrivare a settembre con uno studio di fattibilità sulla base del quale aderire alle agevolazioni del Superbonus 110 per 100, per una mole di lavori evidentemente multimilionaria.

Ora, al di là delle vicissitudini della misura nazionale, i tempi slitteranno verso l'inverno. Il Comune, impegnato in una vera e propria offensiva amministrativa per il recupero di tutti gli edifici privati che giacciono abbandonati al centro città dal terremoto del 1980 in questo caso il degrado è partito decenni prima - continua a pressare i proprietari dello storico edificio. E l'amministratore Ciccarone ha più volte fornito rassicurazioni sulla volontà di centrare il risultato.

Video

Del resto, Palazzo di Città non può e non vuole mollare la presa. Per altri «buchi neri», ad esempio a Corso Umberto e via Tedesco, l'ente ha sfruttato la carta dell'acquisizione dei ruderi al proprio patrimonio. E potrebbe farlo anche qui, attraverso un provvedimento di Consiglio comunale, o anche facendo leva sull'attività di recupero coattivo degli importi della Tosap degli anni scorsi attraverso la società dei tributi, «Assoservizi». Qualcosa, però, si muove, dopo decenni di stasi. Sempre al Corso, dopo la demolizione dell'edificio del «Fraps», inagibile dal 2014, proseguono i lavori per la realizzazione, al suo posto, di «Palazzo Marinelli», frutto dell'iniziativa dell'omonimo gruppo imprenditoriale. Mentre sarebbe in via di formalizzazione secondo quanto riferito dal sindaco, Gianluca Festa un accordo tra i privati per Palazzo Sandulli. Sparite dai radar, invece, le iniziative di recupero intraprese per chiudere i conti con l'inquietante buco nero del centro storico, all'angolo di largo Triggio e di fronte alla Dogana di Piazza Amendola, e, sempre dal lato est di Avellino, valorizzare ciò che resta di Palazzo Sanchez De Luna, di fronte al Comando della Polizia municipale. Gli uffici comunali stanno svolgendo un lavoro certosino, ma spesso gli eredi dei proprietari sono irreperibili.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA