Avellino, uccide la moglie con il cuscino
e la veglia un'ora prima di costituirsi

Avellino, uccide la moglie con il cuscino e la veglia un'ora prima di costituirsi
di Gianni Colucci
Giovedì 6 Maggio 2021, 08:59 - Ultimo agg. 20:06
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L'ha vegliata per ore prima di costituirsi. Gerardo Limongiello, 85 anni di Avellino, ha ucciso con le proprie mani soffocandola poggiandole un cuscino sulla faccia, la moglie Antonietta Ficuciello di 83 anni. Il dramma in via Sottotenente Iannaccone, nei pressi del Tribunale.

Ieri all'alba l'uomo, all'ennesimo litigio con la moglie, ha avuto un raptus. Era esasperato dalle sue lamentele. Erano le 4 del mattino e la discussione della sera prima era ripresa. 

L'anziano chiedeva alla donna ammalata, e quasi sempre a letto, di trasferirsi in una casa di riposo. Lei prima aveva acconsentito, poi aveva detto no.

Una lite tra anziani che era poi degenerata alle prime luci del giorno. Fino alla sera prima avevano provato a discutere di questa eventualità: «Siamo soli, ci accudiranno, la pensione che abbiamo ci consente di pagare la retta», spiegav Gerardo. Antonietta diceva sì, poi si tirava indietro: non voleva abbandonare quella casa in cui avevano passato una vita. Martedì sera erano andati a letto come due bambini con il broncio. Ma alle 4 del mattino l'uomo si è svegliato per rimboccarle le coperte, e la discussione si è riaccesa. «Non ci voglio andare», ha detto lei. Lui ha provato ancora a convincerla, quel pensiero di non potercela più fare da solo lo tormentava. Ma la donna ha resistito. Ha tenuto il punto: «Non lascio casa».

Quando si è avvicinato alla consorte - ha poi raccontato ai carabinieri Gerardo - è stato morso agli avambracci ed ha cercato di difendersi con un cuscino. Poi però ha perso il controllo è con lo stesso cuscino ha soffocato la moglie.

In seguito la rabbia è svanita e l'anziano ha scritto un bigliettino, chiedendo scusa per quel che aveva fatto e annunciando che avrebbe posto anch'egli fine alla propria vita.

Intorno alle sette del mattino, però, si è tolto il pigiama, si è vestito ed è uscito di casa. Un chilometro a piedi e, pochi minuti prima delle 8, è arrivato davanti alla caserma dei carabinieri a via Roma e ha detto al piantone: «Ho ucciso mia moglie». Sono partiti i soccorsi, pattuglie dei carabinieri e un'ambulanza sono state fatte convergere su via Iannaccone. In un attimo al secondo piano della palazzina sono arrivati i militari che però hanno trovato la donna priva di vita. Il marito ha anche spiegato che aveva tentato di rianimarla, quando si è accorto delle conseguenze del suo gesto. 

Una storia di solitudine, i due che non avevano figli, vivevano con le pensioni da ex finanziere di lui (ma l'uomo aveva anche lavorato in una fabbrica a Pianodardine) e da ex bidella di lei. Senza figli, non erano riusciti a trovare una badante e stavano per decidere di trasferirsi al Rubilli. Il marito era convinto, la donna titubava. I litigi erano sempre su questo argomento. Ieri mattina l'ultimo battibecco finito in tragedia. Un'avvisaglia forse due mesi fa quando Gerardo provò a suicidarsi tagliandosi le vene. Fu salvato in extremis. L'anziano è descritto come un uomo tranquillo, abitudinario, che si era sobbarcato la cura della moglie che progressivamente aveva quasi perso l'uso delle gambe. Si trascinava e lui l'accompagnava nell'appartamento per tutte le necessità. La mattina Gerardo usciva a fare la spesa e a comprare il giornale sportivo, quindi di nuovo a casa per tutte le necessità della sua compagna di una vita.

Le preparava i pasti, le lavava gli indumenti e la teneva in ordine quotidianamente.

Ma era una gran fatica per un uomo di 85 anni che aveva sempre lavorato e cominciava a sentire gli acciacchi. Avevano fatto il vaccino nei giorni scorsi, Gerardo sembrava agli amici anche più sereno. Anche se ogni tanto si lasciava andare a qualche lamentela. L'avvocato Mario Di Salvia, che sta seguendo la vicenda, nelle prossime ore contatterà il pm Vincenzo Russo che ha affidato l'esame della salma al medico legale per avere i risultati parziali. Quindi chiederà che il corpo sia liberato per consentire le esequie. Gerardo che è rimasto in stato di fermo per l'intera mattinata al comando provinciale dei carabinieri, per la sua età avanzata, non andrà in carcere. Ieri sera è stato trasferito nel padiglione di psichiatria del Landolfi di Solofra sotto sorveglianza, successivamente sarà destinato in una struttura protetta residenziale a Casamarciano o a Nola in attesa del processo. Deve rispondere di omicidio aggravato. 

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