Camera di Commercio bloccata
da un anno, l'ira degli agricoltori

Camera di Commercio bloccata da un anno, l'ira degli agricoltori
di Rossella Fierro
Giovedì 5 Maggio 2022, 09:02 - Ultimo agg. 09:40
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«Le imprese irpine e sannite non possono più aspettare. De Luca restituisca una governance politica alla Camera di Commercio».
Dopo un anno di commissariamento dell'ente camerale che avrebbe dovuto unire le imprese aderenti delle province di Avellino e Benevento, i vertici provinciali e regionali della Cia Agricoltori Italiani, Stefano Di Marzo e Raffaele Amore, si rivolgono direttamente a De Luca. Il Governatore è l'unico che ha il potere di risolvere l'impasse in cui la Camera di Commercio è bloccata. Dopo l'iter di fusione delle due Camere di Avellino e Benevento durato sei anni, a maggio dello scorso, ad un passo dalla nomine degli organismi di rappresentanza, è stato decretato il commissariamento dei due enti per un ricorso sulla veridicità dei dati comunicati da alcune organizzazioni che ha portato la Procura di Napoli ad aprire un'inchiesta.

Un congelamento di cui, questa la tesi della Cia, a pagare le conseguenze sono gli imprenditori delle due province già provati da due anni di crisi economica dovuta alla pandemia e adesso alle prese con le conseguenze del conflitto in Ucraina, l'aumento dei costi delle materie prime e i rincari della spesa energetica. «La Camera di Commercio in questo momento è totalmente ferma nella programmazione e, soprattutto, nella promozione delle imprese irpine e nello specifico dell'agroalimentare locale. Un circolo vizioso da interrompere quanto prima, la Camera di Commercio ha bisogno di una governance politica immediata», afferma Stefano Di Marzo presidente Cia Avellino.

Giunti all'individuazione dei 33 consiglieri che avrebbero dovuto eleggere il presidente unitario, con in campo l'uscente Oreste La Stella, l'imprenditore vitivinicolo Piero Mastroberardino e il presidente di Confesercenti Giuseppe Marinelli, il 21 maggio 2021 è arrivato il commissariamento a causa «del ricorso di alcune aziende che hanno impugnato i dati comunicati da altre associazioni.

Quello che è accaduto però non ci interessa, è ormai materia che attiene alla magistratura», ricorda il presidente di Cia Avellino, che poi rilancia «A noi preme l'intervento di De Luca che deve dare una governance alla Camera di Commercio che da dodici mesi è, di fatto, congelata. Chiediamo che proceda alla nomina di tutto l'assetto politico della Camera. Una richiesta che parte dalla Cia e dagli imprenditori agricoli, ma che registra già la convergenza di altre organizzazioni di categoria che si uniscono al nostro appello».

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Un'urgenza, considerando le difficoltà che l'imprenditoria in generale, il settore dell'agroalimentare in particolare, stanno soffrendo in questo momento storico. «Le aziende agricole hanno subito non solo un innalzamento dei costi delle materie prime ma anche un aumento dei prezzi energetici che hanno portato al raddoppio dei costi dei carburanti agricoli e questo in un contesto in cui non c'è un aumento dei consumi, porta allo scoramento più totale. La Cia regionale e nazionale ha chiesto aiuti al Governo per intervenire sull'ormai non più sostenibile costo delle materie prime e dei carburanti», ricorda in conclusione Di Marzo.
Un appello che arriva contemporaneamente da Avellino e Benevento, dove le due Cia hanno tenuto conferenze stampa in contemporanea. «Invieremo una richiesta ufficiale al Governatore a cui chiediamo un incontro perché le imprese irpine e sannite non possono attendere i tempi della burocrazia. La situazione di stallo, responsabilità di qualche associazione che ogni tanto preferisce giocare di furbizia, va sbloccata. Le nostre imprese hanno diritto a riavere la loro casa. La Camera di Commercio - aggiunge il presidente regionale Raffaele Amore - è il luogo in cui si creano contaminazioni tra settori, senza l'ente il mondo delle imprese rischia di perdere le tante opportunità che sono in campo. Speravamo che la Procura riuscisse a chiudere celermente le indagini, invece a distanza di un anno siamo ancora fermi». Amore non usa giri di parole e indica le uniche strade percorribili: «De Luca riapra le procedure o nomini 33 consiglieri indicati dalle confederazioni ormai quattro anni fa, con il pericolo che poi la giustizia rimetta tutto in discussione, o costituisca un nuovo consiglio camerale».

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