Centri estivi, il governo rivuole i soldi:
«Non sono stati spesi»

Centri estivi, il governo rivuole i soldi: «Non sono stati spesi»
di Flavio Coppola
Venerdì 23 Luglio 2021, 08:19 - Ultimo agg. 22:29
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La presidenza del Consiglio dei Ministri vuole indietro i soldi dei Centri estivi. L'unico capoluogo senza un asilo nido comunale è pure incapace di spendere le risorse che stiamo parlando del 2020 l'allora Governo Conte aveva destinato per l'organizzazione dei Centri estivi pubblici, a beneficio di bambini e ragazzi tra i 3 e i 14 anni.

Il Comune di Avellino, quindi, dovrà restituire i 122.653 euro ottenuti l'anno scorso, mentre non ha ancora battuto un colpo rispetto alla spesa degli altri 104.000 ottenuti quest'anno con il Decreto «Sostegni».

Dopo l'avvio dell'iter per il commissariamento dell'Azienda consortile delle politiche sociali, da parte della Regione, è un'altra pessima figura per il capoluogo, in termini di servizi sociali negati.

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Ma questa attività esula dal Piano di Zona, dunque la responsabilità è interamente in capo a Piazza del Popolo. Il responsabile del Ministero delle Politiche per la Famiglia, Daniela Damiani, ha scritto al segretario generale, Vincenzo Lissa, e al settore Finanze una missiva dall'inequivocabile l'oggetto: «Restituzione somme non utilizzate relative al finanziamento centri estivi 2020, del decreto Rilancio 34 del 2020». «Le circolari del Ministero dell'Economia e delle Finanze - si legge nel documento - hanno stabilito che il termine per la restituzione fosse fissato al 28 febbraio 2021. Sul sito del Dipartimento viene ricordato - è stato pubblicato un avviso contenente le informazioni sulle coordinate bancarie utili alla restituzione. Qualora codesta amministrazione non avesse ancora provveduto ad effettuare il trasferimento, si invita a procedere con ogni consentita urgenza. Non è previsto nessun ulteriore adempimento qualora fossero state utilizzate tutte e somme ricevute o si fosse già provveduto alla restituzione».

Un messaggio netto. Che il segretario Lissa gira ai settori di competenza, Patrimonio e Finanze. Anche qui l'oggetto è chiaro: «Sollecito restituzione somme ricevute». Ed emerge anche come l'amministrazione Festa aveva immaginato di spendere quei soldi. Il 9 novembre 2020, infatti, la giunta aveva approvato un progetto di fattibilità, del medesimo valore dei finanziamenti ricevuti (122.653 euro) per riqualificare il centro sociale di San Tommaso. Proprio «per lo svolgimento - scrive Lissa e conferma la delibera - dei centri estivi comunali diurni, pre-impegnando la somma». Il punto è che da allora non è accaduto più nulla. Un giorno prima del 14 novembre 2020, termine fissato dal Governo per aggiornare il monitoraggio sull'utilizzo delle somme ricevute, il dirigente del settore, Luigi Cicalese, aveva comunicato l'avvenuta approvazione in giunta del progetto di fattibilità. Ma nell'apposito questionario, alla domanda se il finanziamento pubblico fosse stato «utilizzato almeno in parte», aveva risposto seccamente con un «no». 

Più di un anno e mezzo dopo, quella procedura è rimasta immobile. Di qui la necessità di restituire i soldi. Oggi, infatti, la città non ha alcun centro estivo diurno pubblico. Essere genitori con figli piccoli durante l'estate, con le scuole e gli asili pubblici chiusi, è ancor più difficile e costoso. Perché bisogna rivolgersi esclusivamente al privato. Come per l'asilo nido comunale. Intanto, la struttura di San Tommaso, che già ospitava un consultorio per le donne, poi chiuso, si mostra divorata dal degrado. Di fronte al cancello serrato, bottiglie rotte e rifiuti. All'interno, erbacce alte più di un metro, che hanno coperto il piazzale. I locali interni sono inservibili. Della riqualificazione nemmeno l'ombra. Lissa, nella sua missiva, è quindi è chiaro: «Ravvisata la competenza del settore Patrimonio, per la paternità della delibera e per la titolarità dei capitolo di bilancio, si invita a procedere alla restituzione delle somme non utilizzate al contributo in oggetto, interfacciandosi con il settore finanze».

A questo punto, salvo soluzioni fuori tempo massimo, il Comune dovrà restituire tutti i fondi, avendo come si apprende dalle carte solo «pre-impegnato» la somma con lo studio di fattibilità. Mentre la bomba sociale causata dall'emergenza pandemica continua a manifestare i suoi effetti, anche economici, sulla popolazione, il Comune resta incapace di assistere i suoi cittadini. Soprattutto i meno abbienti. 

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