«Cimarosa in scena al teatro Gesualdo di Avellino»

Per la prima volta che una produzione operistica del "Cimarosa"

In scena
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di Massimo Roca
Martedì 3 Gennaio 2023, 09:34 - Ultimo agg. 09:36
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Il 21 dicembre 2002 Le Nozze di Figaro di Mozart inaugurarono il palcoscenico del Teatro Carlo Gesualdo. Vent'anni dopo il ritorno, questa volta con una produzione firmata dal Conservatorio Cimarosa. Il prossimo 14 gennaio ci sarà, in tal senso, un evento storico: sarà la prima volta che una produzione operistica del Cimarosa si esibirà al «Gesualdo».


Un'accoppiata naturale, a pochi metri di distanza, che non si è mai concretizzata fino ad ora.

Nel 2002 fu il Teatro di Cento a portare l'opera mozartiana ad Avellino. Venti anni dopo, a riaprire la buca orchestrale sarà il maestro Massimo Testa. Al suo fianco la regia di Giuseppe Sollazzo ed il valore aggiunto della scenografia di Gennaro Vallifuoco. Un tris di firme irpine ed un cast di cantanti, orchestrali e coristi che pesca a piene mani tra i talenti del Cimarosa. Del resto il Conservatorio aveva già realizzato delle opere in sede: la Suor Angelica di Puccini, Didone ed Enea di Henry Purcell (con la regia e laboratorio di Roberto De Simone), ma anche il Satyricon di Bruno Maderna al Casino del Principe. Esperimenti condotti per la parte orchestrale proprio da Massimo Testa. Il maestro irpino, in questa circostanza, guiderà un'orchestra di 45 elementi di cui l'80% studenti del Cimarosa con 32 archi, 12 fiati ed un timpanista. Il basso continuo sarà affidato al clavicembalo di Pierfrancesco Borrelli. «La scelta de Le nozze di Figaro celebra una ricorrenza, quella del ventennale dello spettacolo inaugurale del Gesualdo spiega Massimo Testa ma è anche una scelta legata al lavoro sull'opera settecentesca ed in particolare alla trilogia firmata da Lorenzo Da Ponte per Mozart (Le Nozze di Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte)».


Il laboratorio lirico si è sviluppato lungo tutto il 2022 partendo dal lavoro sui recitativi a cura di Maria Grazia Schiavo e Pierfrancesco Borrelli, fino ad arrivare alle prove di regia condotte negli ultimi due mesi. Cast giovane formato quasi interamente dai giovani del Conservatorio e con pochissimi cantanti esterni e comunque under 35. Ci sono state ulteriori selezioni per alcuni ruoli affidati a cantanti esterni: Il Conte d'Almaviva sarà Andrea Ariano, il giardiniere Antonio è Francesco Palmieri, mentre il Figaro sarà affidato a Rosario Grauso, altro giovane con alle spalle esperienze nella Bohème e nella Traviata. Il più giovane del cast è il sedicenne Mattia Angelo Riba, figlio d'arte: sarà Don Bartolo. «Ha già ha un temperamento ed una presenza scenica notevole. È un ragazzo che farà una grande carriera. Tutto questo al fianco di altre voci, in particolari quelle femminili, tutte nostre allieve». Teatro Gesualdo finora indisponibile: «In teatro abbiamo fatto una sola prova. Saremo lì da lunedì prossimo allorquando sarà montata anche la scenografia firmata da Gennaro Vallifuoco con panelli e videoproiezioni, una scelta mirata sotto il profilo artistico, stilistico ed economico». Tra le curiosità: il coro di 28 allievi del Cimarosa che interagirà a livello scenico non solo nel canto. «Ci sono state situazioni abbastanza esilaranti nelle prove in relazione ai movimenti che vanno a compiere».


La costumista è Luciana Donadio. Il personaggio di Cherubino, l' en travesti è affidato a Flavia Fioretti. «Nel corso dei mesi si è sempre più immedesimata nel ruolo maschile. Questa metamorfosi in scena che la vedrà protagonista in situazioni di corteggiamento al maschile». La produzione è firmata dal Cimarosa. Un impegno importante tra costi per costumi e scena, borse di studio per l'orchestra: «Ringrazio il direttore Maria Gabriella Della Sala per aver voluto fortemente questa operazione».

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