Processo al clan Partenio, la Dda: «Minacce ai testi per farli mentire»

In corso il processo contro il clan Partenio ad Avellino
In corso il processo contro il clan Partenio ad Avellino
di Alessandra Montalbetti
Martedì 28 Febbraio 2023, 08:14
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Clan Partenio, ad avviso del pubblico ministero Simona Rossi alcuni testi sarebbero stati «subornati», dunque corrotti o indotti a mentire. L'udienza di ieri è iniziata proprio con questa precisazione del pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia. In particolare il pm ha fatto riferimento all'ultimo teste ascoltato in aula nella scorsa udienza- e per il quale era stato disposto l'accompagnamento coatto- Giuseppe Cutillo, che avrebbe modificato alcune dichiarazioni per timore di ritorsione.

 

Del resto il pm della Dda già in un'altra occasione aveva precisato che alcuni testi citati dalla pubblica accusa particolarmente reticenti in aula e contraddittori sarebbero stati minacciati o intimoriti da persone vicine al clan.

Inoltre, nel corso dell'udienza di ieri l'attenzione dei difensori degli imputati si è di nuovo focalizzata sull'iscrizione nel registro degli indagati di tre carabinieri (accusati di falso ideologico in atto pubblico, corruzione, abuso d'ufficio e violenza privata) che hanno condotto le indagini sul sodalizio criminale.


In particolare le difese hanno chiesto di ascoltare nuovamente i tre militari indagati escussi nel filone principale come testi affiancati da avvocati. Richiesta rigettata dal tribunale di Avellino, in composizione collegiale presieduto, dal giudice Giampiero Scarlato, a latere Giulio Argenio, e Lorenzo Corona.
Istanza sulla quale anche il pubblico ministero della distrettuale ha inteso precisato in replica alle dichiarazioni dei difensori - che si trattava di indagine completamente slegata da questo processo in quanto inerente al filone Aste Ok.


Infatti l'escussione di uno dei tre carabinieri iscritti nel registro degli indagati alla presenza del suo legale è fissata per il 10 marzo, quando si svolgerà un'altra udienza del filone parallelo sul sodalizio dedito alle aste giudiziarie.
Intanto, nell'udienza di ieri, l'istruttoria è proseguita con l'escussione di un carabiniere in pensione, Gerardo De Sapio citato come teste a difesa dall'avvocato Gaetano Aufiero che ha fornito alcuni elementi sulle condotte di Antonio Scognamiglio (colui che presentò le denunce contro il clan e costituito parte civile nel processo Clan Partenio 2.0).

Il militare in pensione ha descritto alcuni episodi avvenuti nel comune di Monteforte Irpino nel quale Scognamiglio era residente che vedevano coinvolto proprio quest'ultimo e nei quali l'uomo avrebbe agito con evidente spavalderia. Circostanza ribadita anche da un altro testimone che ha affermato di essere stato aggredito con una testata da Scognamiglio. Aggressione mai denunciata dai carabinieri.


Testimonianze quelle portate in aula dal difensore di Nicola Galdieri tese a confutare la tesi della pubblica accusa nonché le dichiarazioni rese all'inizio del processo dal denunciante. Il processo sul Nuovo Clan Partenio è stato rinviato al 13 marzo prossimo quando verranno escussi altri testimoni citati dalle difese. Il processo vede imputati Pasquale e Nicola Galdieri, Carlo Dello Russo, Ernesto Nigro, Diego Bocciero, Luigi De Simone, Angelo Genito, Antonio Matarazzo, Giuseppe Moscariello, Ludovico Nittolo, Mario Rosania, Antonio Taccone, Carmine Valente. Ed ancora Giuseppe Giovanni Volpe e Renato Freda, Giuliana Brogna, Giuseppina Nigro, Martino De Fazio, Franco Ambrosone, Giuseppe Durante, Sabino Mariano e Pellegrino Cucciniello accusati, a vario titolo, di associazione di stampo camorristico, tentata estorsione, usura e turbata libertà degli incanti.


Gli imputati sono difesi dagli avvocati Gaetano Aufiero, Nicola Quatrano, Raffaele Bizzarro, Alberico Villani, Patrizio Dello Russo, Nicola D'Archi, Claudio Davino, Raffaele Tecce e Almerico Pantalone che stanno tentando di smontare le accuse nei confronti dei loro assistiti.
 

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