Coppia intossicata con il botulino le analisi sull'olio all'Iss di Roma

Si verificano gli alimenti forniti dalla pizzeria che hanno causato la morte di Gerardina Corsano

Gerardina Corsano con il marito Angelo Meninno
Gerardina Corsano con il marito Angelo Meninno
di Vincenzo Grasso
Sabato 4 Novembre 2023, 09:58 - Ultimo agg. 8 Novembre, 15:21
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Alla ricerca della verità. Possibilmente in tempi rapidi. Due i percorsi che si seguiranno per fare luce sulla morte di Gerardina Corsano, la quarantaseienne di Ariano Irpino deceduta presso l'ospedale S. Ottone Frangipane il 31 ottobre scorso a seguito di una intossicazione alimentare, presumibilmente dovuta al botulino presente nell'olio con piccante utilizzato la sera del 28 ottobre in una pizzeria di via Martiri.

Oggi pomeriggio è prevista l'autopsia sul cadavere della donna, mentre il 6 novembre gli alimenti prelevati presso la pizzeria dove Gerardina e suo marito avevano mangiato la sera prima di sentirsi male, saranno esaminati a Roma dall'Istituto Superiore di Sanità.

La donna, che si era già presentata al pronto soccorso il giorno prima con forti dolori gastrointestinali, assieme al marito, il cinquantaduenne Angelo Meninno, era stata dimessa, senza immaginare di andare incontro alla morte di lì a poco, nonostante il grande impegno dei sanitari che erano riusciti, tuttavia, a scongiurare per il marito, che accusava identici sintomi, la stessa sorte, trasferendolo tempestivamente al Cotugno di Napoli. Con l'avvio delle indagini affidate al sostituto procuratore di Benevento, Maria Amalia Capitanio, sono scattate anche le iscrizioni nel registro degli indagati per un medico che era di turno al pronto soccorso al momento del decesso di Gerardina Corsano e per i gestori della pizzeria di via Martiri, i coniugi Luigi Trancuccio e Pina Scaperrotta. Per tutti l'ipotesi di reato: omicidio colposo. Oggi, dunque, con l'autopsia affidata alla dottoressa Carmen Sementa, medico legale del Moscati di Avellino, al professore Alessandro Santurro, professore associato di Medicina Legale presso l'Università di Salerno e al dottor Sebastiano Leone, direttore Uomc Malattie Infettive presso il Moscati di Avellino si spera di dare una prima risposta a questo delicato caso.

Si cercherà di capire se è stato davvero l'olio con piccante o un altro alimento consumato dalla coppia Corsano-Meninno a provocare questa tragedia.

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Una seconda risposta ai quesiti che si pongono gli inquirenti può arrivare, invece, il 6 novembre prossimo dall'esame dei reperti prelevati da Polizia di Stato, Nas Salerno e Asl di Avellino presso la pizzeria di Ariano Irpino, consistenti in olio con peperoncino, salumi conservati sott'olio e altri alimenti. Questi reperti saranno esaminati alla presenza anche di periti di parte presso il laboratorio dell'Istituto Superiore di Sanità. Saranno analisi per la determinazione di tossine botuliniche e di clostridi produttori di tossine botuliniche nei vari reperti sottoposti a sequestro.

Mentre nel contempo migliorano le condizioni di salute di Angelo Meninno, tuttora ricoverato presso il Cotugno di Napoli, non mancano prese di posizione dei legali dei protagonisti di questa vicenda. In particolare l'avvocato Guerino Gazzella, che difende i gestori della pizzeria, non manca di evidenziare che il botulino potrebbe non essere stato il responsabile del decesso di Gerardina Corsano. La sera del 28 ottobre sarebbero stati in tanti a frequentare la pizzeria di via Martiri e a fare uso di olio con piccante sulle pizze. Nessuno degli avventori avrebbe accusato successivamente sintomi come Gerardina Corsano e Angelo Meninno.

Per l'avvocato Gerardo Giorgione che rappresenta, invece, la famiglia Corsano bisogna andare a fondo su tutto: sugli alimenti consumati dai due coniugi, ma anche su come si siano svolti i fatti presso il pronto soccorso, nel caso del primo accesso e nel caso del secondo. Insomma, è stata fatta una diagnosi corretta e sono state somministrate ai due cure appropriate? Alla tutela della propria immagine punta, ovviamente, anche il medico dell'ospedale arianese che vanta una carriera senza macchie e un impegno professionale eccellente, riconosciuto da tutti.
 

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