Coronavirus ad Avellino, all'ospedale
di Ariano chiusa la Ginecologia

Coronavirus ad Avellino, all'ospedale di Ariano chiusa la Ginecologia
di Vincenzo Grasso
Martedì 10 Marzo 2020, 08:57
3 Minuti di Lettura

Chiuso il reparto di ostetricia e ginecologia, probabile apertura del pronto soccorso solo nella mattinata di oggi. Non riesce proprio a tornare alla normalità l'attività nel presidio ospedaliero «S. Ottone Frangipane» di Ariano Irpino. Altri disagi per l'utenza. La decisione di chiudere il reparto di ostetricia e ginecologia era praticamente inevitabile.
Quando il Cotugno ha confermato che anche il medico, marito della donna ricoverata al Moscati di Avellino il 5 marzo scorso per il Coronavirus, era risultato positivo al tampone, non rimaneva che adottare misure precauzionali nel reparto ospedaliero dove presta servizio.

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E come se non bastasse, potrebbero essere effettuati i tamponi anche su altri familiari e conoscenti del medico. L'annuncio è stato fatto direttamente dal direttore generale dell'Asl di Avellino Morgante, «al fine di assicurare il contenimento della diffusione del virus Covid - 19 sul territorio». A seguito di tutto ciò, i degenti del «Frangipane» sono stati trasferiti in altre strutture, in prevalenza al Moscati di Avellino, e altre 23 persone, tra medici, infermieri e ostetriche, sono adesso sottoposte ad isolamento fiduciario.
Il Servizio Epidemiologico di Avellino sta provvedendo a identificare tutte le persone che hanno avuto contatti con il medico , sia in ospedale che in ambulatorio o in altri ambiti. L'operazione, per certi versi, è diventata più semplice per le continue segnalazioni pervenute direttamente all'Asl di Avellino da coloro che sono state visitate dal medico ospedaliero.
glii ambienti del reparto di ostetricia e ginecologia sono sottoposti ad interventi di sanificazione. Impossibile, però, indicare una data per il ritorno alla normalità.
Per quanto riguarda, invece, il pronto soccorso, si nutre la speranza di attivare il servizio in mattinata. Sono stati sistemati, infatti, in un reparto protetto i tre pazienti che si trovavano all'interno del pronto soccorso al momento dell'arrivo della donna risultata poi affetta da coronavirus. Inoltre è stata fatta una nuova sanificazione dei locali. Il direttore ospedaliero, Gennaro Bellizzi, può contare sulla disponibilità di almeno altre dieci unità, tra medici , infermieri e socio sanitari, per potenziare l'organico di cui già dispone. E' evidente che non si tratta di risolvere solo il problema della carenza di personale.
«La struttura si può riaprire - è la tesi del primario del pronto soccorso, Silvio D'Agostino - solo se ci sono le condizioni di sicurezza per i pazienti, i familiari e gli operatori sanitari. C'è la tenda per il pre-triage, ma bisogna essere certi anche di altri sistemi di funzionamento generale del servizio».
Insomma, si è immaginato di realizzare anche un percorso diverso per chi accede al pronto soccorso con la creazione di qualche altro ambiente sterile. Come nei nosocomi più grandi. Non sembra, inoltre, destinato ad aumentare il numero dei posti letto in Rianimazione e Terapia intensiva. Il Direttore Generale dell'Asl, Maria Morgante, appare orientata a impiantare altri sei posti di rianimazione e terapia intensiva, di cui due di sub intensiva, presso l'ospedale di S. Angelo dei Lombardi. La decisione nel corso di un vertice a Napoli in Regione.
Si ferma il progetto di individuare per la provincia di Avellino l'ospedale di Ariano prevalentemente per il contrasto al coronavirus. «Rimaniamo vigili - sostiene Michele Gelormini di Cittadinanzattiva- di fronte ad una ipotesi di questo genere che non ci piace. Il presidio ospedaliero di Ariano piuttosto deve essere potenziato nella funzione di Dea di primo livello, trovandosi al centro della macro-area di Avellino e Benevento. Mai come in questa occasione si comprende la necessità di potenziare Ariano. Pensiamo prima ad allestire i posti letto e i servizi previsti e poi si può discutere di altro. La funzione del presidio non va snaturata».
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