«La Fondazione è lo strumento giusto per rilanciare il Teatro. Inopportuno paragonare l'ultima stagione con quelle del passato, quando il Comune finanziava l'istituzione con mezzo milione di euro. La nostra è una scelta coraggiosa». Nessun commento da parte del sindaco Festa sulla sentenza che ha prosciolto dalle accuse di ammanchi l'intero ex cda del «Gesualdo», ma una risposta all'ex presidente Luca Cipriano che ha tirato in ballo l'attuale amministrazione per gli scarsi risultati ottenuti nell'ultimo anno dai botteghini di Piazza Castello e bocciato la nuova gestione che passerà attraverso la maxi fondazione dei luoghi della cultura. «La nostra è una scelta coraggiosa che darà presto i suoi frutti. È inopportuno paragonare i risultati del Teatro in periodi storici assolutamente differenti. Prima la programmazione della stagione artistica veniva subappaltata al Teatro Pubblico Campano che portava ad Avellino spettacoli già andati in scena negli altri teatri della regione e, soprattutto, il Comune metteva a disposizione ogni anno cinquecentomila euro di finanziamenti dei fondi Poc. La mia amministrazione - evidenzia Festa - ha pagato prima l'emergenza Covid, poi una disponibilità finanziaria molto ridotta. Nonostante tutto questo abbiamo deciso di organizzare da soli l'ultima stagione che, inevitabilmente, anche per le tante date calendarizzate e poi rinviate ancora a causa del Covid, non poteva far registrare gli stessi numeri del passato. Nel frattempo abbiamo messo in piedi una Fondazione che, resto convinto, sarà il migliore strumento per far rivivere il Gesualdo, l'Eliseo e tutte le altre strutture a vocazione culturale. Valorizzeremo luoghi e contenuti».
Costituito un mese fa il cda, presieduto dallo stesso sindaco e di cui fanno parte la direttrice del conservatorio Gabriella Della Sala, il vicepresidente nazionale di Confindustria Vito Grassi, la docente di storia e filosofia Valentina Di Gregorio e l'esperto musicale Michele Acampora, la Fondazione resta ferma ai nastri di partenza. «Stiamo lavorando ma ci sono passaggi tecnici da portare a termine prima che la Fondazione entri in funzione.
Mentre la Fondazione prova a muovere i passi preliminari, il Teatro ha chiuso la prima stagione organizzata direttamente dal Comune ed iniziata lo scorso 27 novembre, con numeri drammatici. Una campagna abbonamenti ferma ad una ventina di adesioni, spettacoli saltati, altri andati semideserti come la prima del premio Oscar Nicola Piovani e poche felici eccezioni, tra queste i concerti di Vinicio Capossela e Claudio Baglioni. Un flop a cui ha contribuito certamente la pandemia ancora in corso, ma anche una insufficiente campagna pubblicitaria degli eventi che ha solo acuito la disaffezione per il Massimo cittadino arrivato al culmine di sei anni di vita a dir poco tribolata. Dal 2016, anno delle dimissioni in blocco dell'allora cda, il Gesualdo ha visto prima saltare un'intera stagione, poi un ritorno alla vita grazie al Teatro Pubblico Campano a cui l'allora amministrazione Foti decise nel 2017 di dare in gestione programmazione e struttura. Spettacoli interrotti ancora il 4 marzo 2020 a causa del lockdown, con il conseguente rimborso di abbonamenti e biglietti già acquistati a carico del Tpc. Il triste epilogo nell'aprile 2021 quando, mentre nel resto di Italia attori e spettatori tornavano a riempire i teatri, le poltroncine di Piazza Castello restavano off limits. Un quadro drammatico secondo solo a quello che immortala l'ex Eliseo. Qui, negli ultimi quindici anni, gli unici ad aver usufruito della struttura sono stati i vandali, occasionali e abituali.
ro. fi.