Girolamo: «Venti anni fa fui picchiato dall'ucraino»

L'omicidio, l'avvocato: "Si è trattato di un raptus di follia dopo anni di vessazioni"

L'omicidio di Grottaminarda
L'omicidio di Grottaminarda
di Nicola Diluiso
Mercoledì 18 Ottobre 2023, 09:07
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Resta in cella Angelo Girolamo, il 44enne che sabato sera in pieno centro, lungo corso Vittorio Veneto, ha sparato con una pistola illegalmente detenuta Ivan Kantsedal, ucraino di 46 anni deceduto poco dopo nella disperata corsa verso l'ospedale Frangipane di Ariano Irpino.

L'autotrasportatore di Grottaminarda ieri mattina nel corso dell'interrogatorio di garanzia durato mezz'ora circa - nel carcere di Ariano Irpino ha offerto la sua versione riferendo le ragioni che lo hanno spinto a fare fuoco, e raccontando di una violenta aggressione di cui fu vittima venti anni fa.

Al gip del Tribunale di Benevento Maria Di Carlo che si appresta a convalidare l'arresto, l'assassino ha confermato, dunque, il suo stato di continua paura dell'ucraino. «Il mio assistito ha spiegato a margine dell'udienza l'avvocato Peppino Romano ha riferito di un conflitto che da tempo si svolgeva con la vittima.

Da anni avvertiva continue, ripetute e ininterrotte minacce. Girolamo temeva anche il perpetuarsi di un episodio lontano nel tempo in cui lui fu picchiato violentemente dal 46enne».

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Questo episodio, evidentemente, non fu mai denunciato da Girolamo che auspicava un equilibrio diverso nei rapporti. Secondo quanto riferito al gip, l'autotrasportatore, pur confessando il proprio pentimento, ha spiegato che andava in giro con la pistola da tempo «per una ragione difensiva» e che quanto successo sabato sera è stato determinato dall'ennesimo «atteggiamento minaccioso» al quale ha reagito esplodendo i colpi mortali. «Ritengo ha spiegato il legale Romano che la narrazione del mio assistito meriti di essere analizzata approfonditamente: si è trattato di un raptus». Secondo la versione fornita al gip si tratterebbe, dunque, di una circostanza che «escluderebbe la ricorrenza dell'aggravante». Venerdì il consulente tecnico incaricato dalla Procura sannita, il medico legale Carmen Sementa, effettuerà l'autopsia sul cadavere del 46enne, mentre la consulenza di parte si avvarrà anche del contributo del perito Felice Nunziata. Dopo l'iter procedurale, dunque, la salma sarà liberata per il rito funebre.

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