Iia, sindacati sul piede di guerra «La fabbrica rischia di chiudere»

Lo stallo produttivo preoccupa i lavoratori

I sindacalisti della Iia
I sindacalisti della Iia
di Michele De Leo
Giovedì 2 Febbraio 2023, 09:08
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Riesplode la vertenza della Industria Italiana Autobus. Il confronto tra i delegati aziendali ed i segretari delle organizzazioni di categoria presenti Luigi Galano per la Fim Cisl, Giuseppe Morsa per la Fiom Cgil, Gaetano Altieri per la Uilm e Giuseppe Zaolino per la Fismic fa emergere la necessità di tornare ad essere protagonisti.
Le difficoltà che ancora si frappongono al decollo dell'azienda rischiano di rappresentare un fardello troppo pesante per garantire la continuità produttiva ed occupazionale.

Sindacati e lavoratori, però, non vogliono neanche prendere in considerazione l'ipotesi di veder crollare tutto quanto costruito nel corso di questi anni e tornare al punto di partenza, a quel 7 luglio del 2011. Per questo, hanno già concordato una serie di iniziative da mettere in campo, al fine di creare un fronte ampio e compatto, che si muova all'unisono per salvaguardare il percorso realizzato nel corso degli ultimi anni e contribuire al definitivo rilancio di una società che aveva ed ha un obiettivo importante: essere l'unica azienda italiana impegnata nella produzione di autobus per il trasporto pubblico.

Il prossimo 6 febbraio è in programma un'assemblea in fabbrica con tutti i lavoratori, mentre per il giorno successivo è previsto un sit-in nei pressi del palazzo di Governo per portare la vertenza all'attenzione del Prefetto Paola Spena.

L'obiettivo è quello di sollecitare l'attenzione del Governo e ottenere una nuova convocazione ministeriale. Per questo, sindacati e lavoratori chiederanno il sostegno della deputazione eletta in Irpinia, in primis del parlamentare di centrodestra Gianfranco Rotondi. Del resto, c'è grande preoccupazione per il mancato rilancio dell'attività produttiva. Le speranze di una ripresa restano legate all'assemblea dei soci che, in programma il prossimo 13 febbraio, stando a quanto ha affermato il presidente del gruppo Antonio Liguori nel corso di un'audizione presso la Regione Emilia Romagna, dovrebbe deliberare una nuova ricapitalizzazione fondamentale a consentire di ripristinare il flusso della componentistica necessaria a riprendere l'attività produttiva a regime. Una ricapitalizzazione che, in prima battuta, non sarebbe stata autorizzata.

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«Abbiamo la consapevolezza - evidenzia Zaolino - che questo gruppo dirigente ha fallito. Il rifiuto ad effettuare una ricapitalizzazione da 25 milioni di euro rappresenta una sfiducia anche da parte dei soci. Pretendiamo che nelle politiche per il Sud ci sia il salvataggio della Industria Italiana Autobus».
Più cauto Altieri. «Questa fabbrica dice deve rimanere in mani pubbliche e, per questo, richiamiamo i soci ed il gruppo dirigente alle proprie responsabilità. È fondamentale riportare la vertenza al tavolo ministeriale: è in quella sede che devono arrivare le risposte attese sul futuro produttivo ed occupazionale».
Il segretario della Fiom Morsa sottolinea che «l'obiettivo resta quello di mantenere la produzione di autobus. Non c'è un piano B e, per questo, è fondamentale, riprendere la discussione ministeriale sulla vertenza». Morsa non manca, nel contempo, di sottolineare «il fallimento del modello industriale voluto dal precedente Governo e dai rappresentanti territoriali di un partito che si è vantato di aver risolto una vertenza che, invece, è ancora nel caos più totale».

I timori sul futuro sono concentrati nelle parole del numero uno dei metalmeccanici della Cisl Luigi Galano: «Se non troviamo le giuste iniziative da mettere in campo, arriveremo alla morte industriale di questo stabilimento». Il segretario della Fim Cisl punta l'attenzione su un altro aspetto, legato per ora ad una indiscrezione: i vertici aziendali sarebbero pronti a esternalizzare alcune produzioni, in primis la saldature delle scocche. «Mentre il management - chiosa attraverso la temporizzazione dei distributori vorrebbe far emergere l'inefficienza dei livelli occupazionali, alcune aziende stanno manifestando i loro appetiti per acquisire una serie di commesse che oggi sono realizzate all'interno, dai lavoratori della Industria Italiana Autobus. Non lo consentiremo».
 

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