Anagrafe di Avellino, arrivano i carabinieri:
un altro giorno di ordinaria follia

Anagrafe di Avellino, arrivano i carabinieri: un altro giorno di ordinaria follia
di Flavio Coppola
Giovedì 21 Gennaio 2021, 10:24 - Ultimo agg. 22 Gennaio, 08:27
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All'Anagrafe arrivano Digos e carabinieri. È l'epilogo burrascoso di altri due giorni di ordinaria esasperazione, al termine della quale, ieri mattina, gli utenti si sono visti costretti a chiamare le forze dell'ordine.
 

A far esplodere la loro rabbia, l'impossibilità che si era palesata a cominciare da martedì di ottenere i certificati anagrafici. Documenti di nascita e di morte, certificati di residenza, stati di famiglia. Atti, in certi casi, indispensabili ai cittadini per svariate pratiche, anche urgenti, e che l'ufficio non era capace di consegnare per l'assenza della funzionaria con potere di firma. Da martedì, infatti, la referente del servizio, con oltre 200 giorni di ferie arretrate e una richiesta di pensionamento già inoltrata, non è in servizio. E la sostituta indicata dall'amministrazione in fretta e furia secondo le testimonianze raccolte ieri non aveva ancora potuto espletare la pratica, da perfezionare attraverso la Prefettura, per il deposito della firma e la nomina quale ufficiale di Anagrafe e di Stato civile. 

Un'altra mattinata di ordinaria follia, con la lunga coda all'esterno e la macchina amministrativa in tilt. Una questione sempre più incancrenita, quella dell'ufficio Servizi demografici al piano terra di Piazza del Popolo, e che non migliora. Per fronteggiare l'impasse, dopo l'intervento del segretario generale, Vincenzo Lissa, pare sia stato necessario il coinvolgimento diretto del sindaco, quale unico pubblico ufficiale con potere di firma, in assenza di un suo delegato in carica. Prima la Digos, poi, in seconda mattinata, i carabinieri, hanno toccato con mano l'esasperazione dei cittadini. Sotto gli occhi degli uomini della Polizia municipale.

Nel corso della mattinata, i carabinieri si sono visti anche all'interno degli uffici, ai piani superiori di Palazzo di Città. Ulteriormente inviperiti per l'assenza di comunicazioni preventive da parte del Comune, sull'impossibilità di ottenere il pubblico servizio, gli utenti si sono abbandonati a duri sfoghi. 

Alla base dell'ennesimo e grave cortocircuito, l'ormai conclamata carenza di personale di uno degli uffici più importanti della città. Secondo quanto già lamentato nei mesi scorsi dalle organizzazioni sindacali, le cui istanze hanno smosso anche la Prefettura - che aveva chiesto formalmente dei chiarimenti - mancherebbero 5 dipendenti. Circa una decina gli addetti attualmente in forza ai Servizi demografici (Anagrafe e Stato Civile), esclusi i Servizi elettorali. E gli innesti, pure previsti ed attuati dal vicesindaco con delega al Personale, Laura Nargi, sono andati solo in sostituzione del personale pensionato o trasferito. Intanto, all'orizzonte, vi sono ulteriori pensionamenti. La condizione dell'ufficio - questi i diversi Sos del sindacato già riportati da «Il Mattino» - non è più sostenibile. Mentre il trasferimento del Servizio presso il Comando della Polizia municipale, al Convento di San Generoso, già annunciato dal sindaco Festa e dal vice Nargi, sembra destinato ad alimentare ulteriori malumori interni e polemiche, anche politiche.

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Aspettando che il nuovo corso prenda forma - restano da realizzare i lavori di adeguamento e da superare forti resistenze - l'Anagrafe implode. In una mattinata di grande tensione, si è ritrovato a protestare per il grave disservizio pure l'avvocato Massimo Passaro, referente dei «Cittadini in Movimento». Dopo aver raggiunto il segretario Lissa per ottenere spiegazioni, ora punta l'indice contro l'amministrazione Festa: «Carabinieri, Digos e Polizia municipale erano presenti e hanno visto tutto dice Io sono dovuto andare personalmente dal segretario per poter espletare atti urgenti. Altrimenti sarebbe stata vera e propria interruzione di pubblico servizio». Per Passaro, non ci sono scusanti: «Comprendiamo le ragioni di un ente che è senza personale da tempo continua ma, proprio per questo, l'esecutivo avrebbe il dovere di organizzarsi meglio, anche con la modalità telematica. E soprattutto comunicare ai cittadini disservizi come questi. Invece di scritto non c'era nulla, e siamo al Far West. Non è possibile - conclude - che un semplice cittadino debba rivolgersi al segretario generale per ottenere il rispetto di un proprio diritto».
 

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