Il tribunale dice sì al concordato preventivo Sidigas fuori dall'incubo

Completata la rivoluzione dei vertici, 60 giorni per il nuovo piano aziendale

Il tribunale dice sì al concordato preventivo Sidigas fuori dall'incubo
di Alessandra Montalbetti
Martedì 7 Marzo 2023, 09:28
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Sidigas, ammessa al concordato preventivo. A stabilirlo la prima sezione civile del tribunale di Avellino, presieduta dal giudice Gaetano Guglielmo, a latere Pasquale Russolillo e Marcello Polimeno. L'istanza di concordato è stata depositata il 28 febbraio scorso dagli avvocati Marcello Penta e Maria Laura Roca su mandato del custode giudiziario Lorenzo Palmerini.

Ora la Sidigas guidata dal consiglio di amministrazione presieduto dall'avvocato Fabio Ridolfi avrà a disposizione sessanta giorni per presentare il piano industriale di rientro dai debiti, accompagnato dall'attestazione di veridicità dei dati e di fattibilità. Nominati contestualmente due commissari Massimo Gargano e Salvatore Varriale che dovranno vigilare sull'attività che la Sidigas spa andrà a compiere fino alla scadenza del termine concesso. Tra i compiti dei due commissari giudiziali nominati dal tribunale fallimentare anche quello di controllare ogni atto che la società porrà in essere nonché su ogni circostanza o condotta tesa a pregiudicare una soluzione efficace della crisi.

Il tribunale ha altresì disposto che la Sidigas entro il termine di 10 giorni dalla comunicazione del decreto depositare l'importo di 30mila per euro per effettuare il pagamento del compenso dei due commissari e per sostenere le eventuali spese del procedimento.

Inoltre la Sidigas, con cadenza mensile, dal deposito della domanda di concordato dovrà redigere una relazione relativa alla propria situazione patrimoniale, economica e finanziaria trasmettendo una copia ai due commissari giudiziali. Con il blocco della procedura di liquidazione giudiziale e l'apertura di quella concorsuale, è stato stabilito che non potranno essere compiuti atti di straordinaria amministrazione se non previa autorizzazione del tribunale e solo se ne siano documentati e motivati i caratteri di urgenza ed utilità, che non potranno essere effettuati pagamenti nei confronti dei creditori anteriori, che è necessaria la specifica e preventiva autorizzazione del tribunale per sospendere o sciogliere i contratti pendenti, contrarre eventuali finanziamenti, oltre che per il pagamento di crediti pregressi, a discapito della revoca del decreto di ammissione alla procedura di concordato preventivo.

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Soddisfatti i legali che hanno depositato l'istanza di concordato in quanto il tribunale fallimentare di Avellino ha concesso il termine massimo previsto dalla legge per il deposito del piano industriale e anche perché è stato disposto il blocco di ogni azione esecutiva in danno di Sidigas con la concessione delle misure protettive introdotte dal nuovo codice della crisi. Al termine dei sessanta giorni, verrà valutata l'offerta di esdebitazione presentata da Sidigas, solo dopo verranno chiamati i creditori a valutare la proposta. Qualora tutti i creditori dovessero valutare congrua l'offerta si procederà alla stesura dell'omologa altrimenti si procederà alla liquidazione giudiziale.

L'operazione di valutazione del piano di esdebitazione richiederà dai quattro ai sei mesi. Tra le possibilità per soddisfare i creditori la vendita all'asta delle reti, vendita che potrebbe essere effettuata senza interruzione del servizio. Sullo sfondo vi è anche la possibilità che una terza società - che conta profili professionali di livello nazionale ed internazionale possa subentrare nella gestione delle quote Sidigas. A gestire i beni di Gianandrea De Cesare fu nominato Francesco Baldassarre, che ad ottobre scorso è stato revocato in seguito alle denunce dello stesso De Cesare. Ad oggi anche Dario Scalella - che a sua volta aveva ricevuto la nomina da Baldassarre alla scadenza non è stato riconfermato come amministratore delegato della Sidigas. I due sono stati rimossi dopo l'invio degli atti dal pm di Napoli, Danilo De Simone, al pm di Avellino «a seguito di un collegamento investigativo ed accertamenti che suggeriscono l'opportunità di una sostituzione del custode giudiziario».
 

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