La maggioranza fa una figuraccia anche sugli immobili abbandonati

Lunedì prossimo in Consiglio finiranno anche una valanga di debiti fuori bilancio

Alcuni immobili abbandonati ad Avellino
Alcuni immobili abbandonati ad Avellino
di Flavio Coppola
Martedì 22 Novembre 2022, 09:15
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La maggioranza si dilegua ancora una volta in cerca della più comoda strada della seconda convocazione. L'assessore all'Urbanistica, Emma Buondonno, resta sola in aula. Così l'amministrazione stecca l'appuntamento con l'acquisizione storica dei primi 5 buchi neri del post terremoto. Il quarantaduesimo anniversario del sisma, che si svolgerà domani, non coinciderà con l'avvio concreto della svolta amministrativa a cui, da 3 anni, lavora l'esecutivo Festa.

Strategia concordata oppure obbligata, il segnale che arriva dalla maggioranza, ancora una volta, è che mettere insieme 17 consiglieri per i festiani è arduo.

Anche se, d'altro canto, è vero che quando è indispensabile i numeri si trovano. Così, al momento della chiama, l'assessore è una sorta di vittima sacrificale della strategia politica dei gruppi. Presente nonostante tutto, per garbo istituzionale, non può esprimersi. Nè raccogliere i frutti del suo lavoro. L'appuntamento con l'acquisizione dei complessi edilizi di via Tedesco (civici 105-109) e Corso Umberto (civici 344-346, 348-350, 290-292 e 294-296), comunque, è solo rinviato di una settimana.

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Lunedì prossimo, le pratiche approderanno nuovamente in aula con un quorum politico più basso, di solo 12 consiglieri. Insieme ad una valanga di debiti fuori bilancio. Ma se l'ok del Consiglio all'annessione al patrimonio comunale di quegli edifici diroccati e al palo da decenni è solo questione di tempo, il nodo urbanistico che già accende gli animi ed il dibattito a Piazza del Popolo riguarda il futuro di quei ruderi. Nicola Giordano, consigliere comunale del Partito democratico, lancia il suo monito all'amministrazione: «Il Comune non si trasformi in una sorta di agenzia immobiliare, che acquisisce i beni e poi li rivende ai privati.

Le destinazioni di quegli edifici devono restare pubbliche e, in ogni caso, conformi a ciò che già prevedeva il piano urbanistico comunale». Ma l'esponente democrat ha anche una proposta precisa: «Visto che stiamo parlando di residenze, io propongo che la giunta attivi dei finanziamenti per realizzare alloggi di edilizia residenziale sovvenzionata». Casa popolari, insomma, «vista l'emergenza attuale». Del resto, che gli alloggi per chi ne ha diritto non ci siano, è un fatto. Giordano, in proposito, ricorda pure che «tutti i programmi di sostituzione edilizia attualmente in corso in città prevedono appartamenti a rotazione, e dunque questo progetto potrebbe tornare utile anche il tal senso». No alle speculazioni o a bandi per i privati.

«Diamo un segnale chiaro aggiunge Nicola Giordano -, ricordandoci che per quelle costruzioni un prezzo l'abbiamo comunque pagato, perché le acquisizioni arrivano a valle di sgravi concessi ai privati perle imposte che avrebbero dovuto pagare sul suolo pubblico o sulla messa in sicurezza. Se poi l'amministrazione immagina di averli acquisiti e non ha idea di cosa fare, e quindi pensa di rivenderseli chiosa - questa sarebbe una partita di giro che, a mio avviso, sarebbe anche un po' dubbia. Lo dico immancabile la stoccata all'assessore Buondonno - visto che l'urbanistica, in città, ormai sembra diventata una vicenda esclusivamente privata. Il mio è un monito non un voler mettere le mani avanti». Sul nodo della vulnerabilità politica mostrata ancora una volta dalla compagine di governo cittadino, ad andare all'attacco è invece il capogruppo di «Avellino prende parte», Francesco Iandolo. Insieme a Giordano e al consigliere del gruppo misto, Cesa, è l'ultimo esponente del trittico rimasto in aula durante l'appello diretto dal presidente Ugo Maggio. «Probabilmente, questo non è più un Consiglio comunale che voglia dialogare sulle questioni. - premette - Lo si può evincere già dall'orario in cui si convocano le sedute. Per noi, non è un problema fare nottata; per loro, evidentemente sì. Una maggioranza che si assenta puntualmente in prima convocazione - affonda Iandolo - testimonia che quello spirito unitario e quella maggioranza granitica che c'erano in passato non ci sono più».
 

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