Elezioni 2022, le urne sorridono a Festa:
«Il deluchismo è finito, aprirò ad altre forze»

Elezioni 2022, le urne sorridono a Festa: «Il deluchismo è finito, aprirò ad altre forze»
di Flavio Coppola
Mercoledì 28 Settembre 2022, 08:44 - Ultimo agg. 15:57
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Il sindaco Festa sentenzia la «sconfitta inappellabile del governatore e dei De Luca Boys». Irride il Pd, in vista della prossima sfida per le comunali. E strizza l'occhio al centrodestra, e pure ai Cinque Stelle, chiamando ufficialmente, sotto le insegne di Davvero, chiunque vorrà «consolidare l'azione di buongoverno avviata ad Avellino».

Il voto delle politiche sembra rappresentare, per la fascia tricolore del capoluogo, un definitivo spartiacque. Dopo aver atteso oltre 24 ore dalla chiusura delle urne, acquisite le analisi dei suoi avversari, Gianluca Festa consegna la sua. Da una parte, sancendo la definitiva rottura col gruppo dirigente del Pd; dall'altra, aprendosi a nuovi contributi politici in vista della sfida per la riconferma in Comune. «Quanto emerso dalle urne - comincia il sindaco - non mi sorprende e credo non sorprenda qualsiasi osservatore della politica.

I risultati assecondano, da un lato, un sentimento nazionale, e dall'altro, una fortissima voglia di cambiamento in ambito regionale e provinciale. Al netto dell'affermazione dei candidati Rotondi e Cosenza, ai quali, naturalmente, rivolgo gli auguri di buon lavoro per l'Irpinia e per gli irpini, c'è da registrare il dato del M5s che si conferma primo partito nella provincia di Avellino e conquista tutti i collegi uninominali nella provincia di Napoli». 

E qui arriva il primo attacco frontale al Pd: «Concordo, dunque, con il consigliere regionale Petracca, quando parla di risultato straordinario. Straordinaria, infatti, è stata la bocciatura ricevuta dal governatore De Luca e dai cosiddetti De Luca Boys», affonda. Ma il Pd, primo partito in città col 26 per cento, già guarda alla sfida per il Comune leccandosi i baffi. Ecco il secondo assalto: «Quanto al futuro del capoluogo - dice il sindaco - sono contento che il Pd abbia apprezzato il risultato. Anzi, auguro ai rappresentanti di quel partito di ripeterlo anche tra due anni, alle amministrative. In fondo il secondo è pur sempre un posto di rilievo».

Ma Festa, l'hanno detto i suoi alleati Petitto e D'Agostino, avrebbe votato per il centrodestra. Proprio come hanno fatto loro esplicitamente. Spostando di fatto l'asse della sua maggioranza e porgendo il fianco ad accuse di trasformismo ed opportunismo politico. Il sindaco non conferma e non smentisce. Ma sceglie parole che suonano come un invito a chi vorrà stare con lui contro l'attuale dirigenza Pd: «Per quanto mi riguarda, ho dichiarato fin da subito che avrei votato contro il partito delucratico - ecco l'ultima stoccata - e credo che quanto accaduto domenica scorsa rappresenti, anche sul territorio, la fine del deluchismo, alla quale abbiamo fattivamente contribuito. Detto questo, sono e sarò sempre al fianco di chi crede nella possibilità di una svolta. Con Davvero, quindi, lavorerò, aperto al contributo di chi vorrà esserci, per consolidare l'azione di buongoverno posta in essere al Comune di Avellino e dar vita ad una speranza per l'Irpinia e la Campania».

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Non ci sta ad essere inserita tra i supporters del centrodestra nemmeno la vicesindaco Laura Nargi. Che invece chiede un mea culpa in tutto il centrosinistra: «Non ho fatto alcuna campagna per la destra e me ne sono tirata fuori - premette - I miei valori restano quelli del centrosinistra. Per questo - sbotta - è una sofferenza ciò che è accaduto. Altro che risultato straordinario - commenta duramente rispetto alla lettura del Pd - Qui dobbiamo fare tutti autocritica, perché questa mancanza di umiltà, che il gruppo dirigente ha avuto sia ieri che oggi, ci ha portato dove siamo».

Per la vicesindaco c'è un mondo progressista da ricostruire. Nargi è quindi netta: «Chiederei al Pd nazionale un cambio di tutti i vertici locali. Vadano a casa e si ricostruisca da zero il centrosinistra». Ed ecco l'attacco al gruppo locale: «Pensano forse di poter incantare gli avellinesi? Sappiano che non hanno l'anello al naso».

Anche per Nargi, insomma, non basta il 26 per cento. «Dopo 40 anni - conclude - abbiamo registrato la vittoria della destra, pur essendo in una provincia di sinistra. Se non è stato negativo questo dato, che ha rappresentato un voto contrario all'attuale classe dirigente, non so cosa possa esserlo. Si facciano carico della sconfitta. Solo così potremo ricostruire una comunità di centrosinistra ormai distrutta». 

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