Medici e infermieri no vax pronti
a tornare in servizio In Irpinia

Medici e infermieri no vax pronti a tornare in servizio In Irpinia
di Antonello Plati
Lunedì 31 Ottobre 2022, 08:18 - Ultimo agg. 18:36
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Gli operatori sanitari no vax potrebbero essere reintegrati. In Irpinia, sono una quarantina, tra medici e infermieri, quelli sospesi dall'attività tra la fine dell'anno scorso e l'inizio del 2022 perché non avevano fatto il vaccino contro il Covid-19. Adesso potrebbero tutti tornare in anticipo al lavoro. La scadenza naturale del provvedimento sanzionatorio è quella del 31 dicembre, ma il nuovo governo di centrodestra è pronto ad accorciare i tempi. Dunque, in provincia di Avellino, potrebbero tornare nelle corsie degli ospedali o nei loro studi privati 5 operatori dell'Azienda ospedaliera Moscati, una decina dell'Asl di Avellino (il dato è incerto in assenza di una comunicazione ufficiale da parte dell'ente) e 27 liberi professionisti (tra medici di base e odontoiatri). La corsa allo smantellamento delle regole anti Covid, oltre alla cancellazione dell'obbligo di vaccino per i lavoratori della sanità, prevede anche l'abolizione dell'uso di mascherine negli ospedali e pure un passo indietro sulle multe ai cittadini dai 50 anni in su non vaccinati. L'altro giorno, è stato proprio il neo ministro della Salute, Orazio Schillaci, a dare il via ai cambiamenti. 

Come detto, la scadenza della misura che prevede la sospensione per gli operatori sanitari no-vax, introdotta da un decreto legge, è prevista per il 31 dicembre e di certo non sarà prorogata, ma la maggioranza del governo chiede di bloccare immediatamente l'obbligo.

Intanto, l'Ordine dei medici di Avellino, al pari di quelli del resto d'Italia, non sta avviando più le procedure che portano alla sospensione, visto che i procedimenti non si concluderebbero prima del 2023. Ma bloccare le sospensioni permetterebbe a chi è fuori di rientrare subito al lavoro. All'Azienda ospedaliera Moscati, dall'introduzione della misura, sono stati una ventina gli operatori sanzionati con la sospensione e lo stop alla retribuzione. La maggior parte, però, è poi tornata sui propri passi, facendo l'iniezione contro il Covie-19 (circostanza che ha fatto decadere la punizione). Un'altra decina, tra medici e infermieri, in servizio nelle strutture di competenza dell'Asl di Avellino sono stati destinatari dello stesso provvedimento, ma anche in questo caso, più della metà, ha poi deciso di vaccinarsi. La parte più cospicua di no vax, una trentina, riguarda i liberi professionisti e gli operatori in servizio nelle cliniche private. Quest'ultimo dato è emerso, lo scorso gennaio, da un'indagine condotta dall'Ordine dei medici di Avellino che in un prima fase aveva inviato più di 200 lettere di richiamo ai liberi professionisti, medici di famiglia, camici bianchi di cliniche e strutture private e odontoiatri: dopo il rimprovero formale, in 170 hanno preso la strada del centro vaccinale. A livello legislativo, la prima stretta è arrivata il 15 dicembre 2021 con il decreto legge 172/2021 che inaspriva quanto previsto dalla legge 76/2021 con la quale era stato introdotto l'obbligo. 

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Poi, a marzo di quest'anno, il decreto 24/2022 - «Disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell'epidemia da COVID-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza» - ha prorogato fino al 31 dicembre 2022 l'obbligo vaccinale «per gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario, che costituisce requisito essenziale per l'esercizio della professione e per lo svolgimento delle prestazioni lavorative dei soggetti obbligati, salvo il caso di accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal proprio medico curante di medicina generale ovvero dal medico vaccinatore». Ma sono anche altre le misure che potrebbero avere vita breve. Tra queste, potrebbero esserci le multe per gli over 50 che non hanno concluso il primo ciclo vaccinale entro il 15 giugno: l'intenzione è di sospenderle o addirittura cancellarle (probabilmente con una norma nel decreto Aiuti). Per ora stanno arrivando gli avvisi, circa 10mila in provincia di Avellino, per permettere alle persone di chiarire la loro posizione e non le multe vere e proprie. Da fine novembre si sarebbe dovuto iniziare a spedire le sanzioni da 100 euro: il condizionale, a questo punto, è necessario. 

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