Il caro pasti fa registrare un calo di iscrizioni al servizio di refezione scolastica che partirà lunedì. Dopo diverse proteste pacifiche a Palazzo di Città, il malcontento dei genitori corre sui social. È bastato l'annuncio dell'inizio del servizio a far scattare rabbia e sarcasmo. Ogni singolo pasto aumenta di oltre un euro rispetto allo scorso anno. Prevista l'esenzione totale per chi ha presentato un Isee inferiore a 3mila euro, tariffa da 2,74 euro fino a 6000 euro e, per tutti gli altri, il costo del pranzo a scuola sarà di 5,02 euro.
Per i non residenti in città prezzo pieno a prescindere dal valore del proprio reddito. «Mi aspetto di trovare Cracco alle cucine», «pensate a chi ha due figli che mangiano, è così che il Comune ha a cuore le fasce più deboli», «il costo è troppo alto se raffrontato a quello di altri comuni simili ad Avellino» scrivono mamme e papà. E qualcuno, stando ai dati, ha effettivamente rinunciato al servizio: il calo di iscrizioni è di circa 300 unità. Volendo raffrontare Avellino con Benevento, che tra i capoluoghi campani è quello più simile per popolazione, la differenza balza subito agli occhi.
Nella città del Sannio sono sette le fasce di prezzo previste.
E sul raffronto con Benevento, Giacobbe ribatte «loro non hanno previsto alcuna esenzione, noi sì». Su 1300 iscritti, stando ai dati in possesso dell'esponente della giunta Festa, circa 130 bambini avranno l'esenzione totale, circa 110 quelli che rientrano nella seconda fascia di prezzo, tutti gli altri pagheranno tariffa piena. In attesa di eventuali modifiche, la protesta, che ha riguardato tanto le scuole di periferia quanto quelle del centro, non è sfociata in una mancata iscrizione di massa.
Questo, chiaramente, perché molte delle famiglie che hanno scelto il tempo pieno per i propri figli hanno dovuto farlo per ragioni organizzative e, soprattutto, hanno provveduto ad iscriverli prima che dal Comune arrivassero i dettagli sul costo del servizio mensa che, ancora una volta, partirà ad anno scolastico già iniziato. Da mamma e da attivista politica anche Sara Iannaccone, esponente del Pd, critica le scelte dell'amministrazione: «pensare ad un'agevolazione solo per chi ha tre figli che necessitano della mensa significa o non avere contezza del calo della natalità o voler prendere deliberatamente in giro le persone. L'amministrazione dimostra una totale lontananza dai reali bisogni della nostra comunità, una mancanza di impegno civico e di attenzione nei confronti dei cittadini». L'unica buona notizia, avendo appaltato il servizio per un intero triennio per un costo complessivo di 3 milioni, è che il prossimo anno la mensa scolastica dovrebbe partire in concomitanza con il suono della prima campanella.