Ferita dall'ex: «Ho perso l'uso del braccio, non ho nessun supporto. Inutile denunciare»

Michela Principe inseguita e colpita a giugno dal suo ex

Michela Principe
Michela Principe
di Katiuscia Guarino
Sabato 19 Agosto 2023, 09:14 - Ultimo agg. 12:16
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«Non ho nessun supporto. Sono da sola. Mi hanno consigliato di andare via da qui. Voglio anche farlo, ma ho un figlio di 14 anni autistico e non è facile. Comunque, non escludo di provarci. Ora non ho aiuto da nessuno. Mia madre è malata e ho perso una sorella dieci anni fa». Sono le parole disperate di Michela Principe, 48 anni di Sperone. A fine giugno il suo ex, Pellegrino Crisci, le ha sparato colpi di arma da fuoco mentre lei si stava recando dai carabinieri per denunciarlo. Crisci venne intercettato dagli uomini dell'Arma mentre era a bordo della sua Maserati. Ne nacque un inseguimento per le strade del Mandamento.

Furono esplosi anche dei proiettili, poi l'arresto. Michela Crisci porta ancora i segni di quell'episodio.

Venne raggiunta da due colpi. «Non posso più muovere il braccio e la mano. Sono praticamente paralizzati. Anche oggi (ieri per chi legge, ndr) sono stata in ospedale. Sto spendendo tanti soldi per visite private e accertamenti diagnostici racconta la donna Potrei provare a operarmi a Bologna o Ravenna, dove ci sono degli specialisti. Vedremo. Ma ora ho altri pensieri».

Soprattutto quelli per il figlio quattordicenne, alle prese con la grave patologia. «Ho difficoltà a portarlo al centro di assistenza. Da poco mi è stata restituita la macchina, pesantemente danneggiata dai proiettili». Michela vive continuamente in un incubo, nonostante il suo ex ora si trovi in carcere.

«La notte non dormo. Appena sento abbaiare i miei cani, anche nel cuore della notte, scruto dalla finestra per vedere se c'è qualcuno. La sera non esco più. Solo durante il giorno e per poco tempo», spiega la 48enne che si sente sempre osservata. E inseguita. «Poche ore fa, quando stavo rientrando a casa dall'ospedale, ho visto negli specchietti retrovisori una macchina. Pensavo che mi stesse seguendo. Sono andata in panico. E così mi sono fermata. Non si può vivere così».

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Poi ci sono le difficoltà giornaliere, di una donna sola con un figlio autistico, vittima di violenze. «Sa quale è la mia paura più grande? domanda Michela E' la paura che se mi dovesse accadere qualcosa, mio figlio venga rinchiuso in un istituto». La signora Principe è assistita dal suo avvocato di fiducia, Nicola D'Archi, che si è rivolto anche al Comune e agli assistenti sociali per cercare un supporto per la 48enne. Il legale sta lavorando a ogni soluzione possibile per dare una mano alla donna. Michela Principe si lascia andare a uno sfogo: «Ho letto di questa triste storia della signora di Sorrento, uccisa dal suo ex che aveva denunciato. Ma si denuncia. E poi? Non accade nulla. Servono delle azioni che possano impedire a queste persone di fare ancora del male. Uno che perde la testa non è che pensa di trovarsi agli arresti domiciliari o di essere destinatario del provvedimento di allontanamento. Non riflette più e compie ciò che gli passa per la mente. Bisogna controllare questi uomini che sono destinatari di provvedimenti. Se non vogliamo farli stare in carcere, si applichi loro il braccialetto elettronico per verificare i loro spostamenti«.

Di qui, Michela fa partire il suo ricordo su quanto accaduto lo scorso giugno: «Lui era ai domiciliari, ma comunque si è allontanato dalla casa quando ha saputo che mi stavo recando dai carabinieri per denunciarlo. Se fossi partita più tardi da casa ora non sarei qui. Devo ringraziare mia madre che mi ha spronata a non perdere tempo». Momenti drammatici, che ripercorre con voce tremante e tra le lacrime: «L'ho incrociato lungo la strada. Non so quel giorno chi mi ha aiutata. Mi sento miracolata. Mi ha inseguito, mi ha sparato. Io sono fuggita con l'auto e ho imboccato la strada che porta a quel vicolo di Avella dove c'è l'ufficio postale per puro caso». Quindi, la storia è nota. Crisci viene poco più tardi arrestato dai carabinieri. «All'inizio della nostra storia dice Michela - era gentile, tranquillo, sembrava una persona disponibile e allegra. Poi è cambiato. Una volta fui costretta ad allontanarmi da casa per tre giorni. Devo dire che ha sempre voluto bene a mio figlio, stravedeva per lui e devo dire che non si è mai permesso di toccarlo. Si è comportato sempre bene con mio figlio». Michela Principe continua dunque a vivere nel terrore: «Di notte non dormo più. E poi ho questi dolori che mi danno il tormento. Ogni giorno sono costretta a siringhe di antidolorifico. Ho sempre paura che accada qualcosa».
 

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