Michelin, le stelle sono due:
il Maeba ora affianca l'Oasis

L'edizione 2023 della guida premia il ristorante di Ariano Irpino

Michelin, le stelle sono due: il Maeba ora affianca l'Oasis
di Annibale Discepolo
Mercoledì 9 Novembre 2022, 09:31
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Tra le nuove 146 stelle della Guida Michelin, presentata ieri in Franciacorta, tra le diciassette new entry campane, oltre a quella confermata per Oasis a Vallesaccarda ce n'è una in più che brilla in Irpinia, finalmente, sul Tricolle.
È quella conquistata meritatamente da Marco Caputi del Maeba Restaurant. Il trentatreenne chef, con l'arte della cucina ha un feeling particolare, favorito da uno dei tre paesi che rendono grande l'Irpinia del vino nel panorama enoico nazionale ed internazionale: Lapio. Questione di feeling, di radici e di nuances, stsvolta in bianco per questo suadente e vincente alfiere che con il Greco di Tufo e il Taurasi, è una delle tre stelle del firmamento vitivinicolo della Verde. Un curriculum professionale da fare invidia quello di Caputi che fa a botte con un carattere apparentemente introverso che invece è culla di riservatezza e gentilezza che però in cucina lasciano il campo senza margini di equivoco ad una serie di esercitazioni e performance di altissimo lignaggio che certificano sensibilità, grandi capacità e tecnica sopraffina che sposa, incrocia e mette nel piatto l'anima e l'identità di un territorio che Caputi non ha voluto mai lasciare definitivamente, nonostante le innumerevoli ed insistenti proposte che ha avuto nell'arco delle sue tante esperienze in giro per l'Italia e non solo.

Più che resilienza, concetto oramai inflazionato e che non fotografa appieno il senso di appartenenza, quella di Caputi è stata la convinzione, la decisione di mettere definitivamente le radici nella sua terra ed innaffiarle con la passione e l'amore che diventano, inevitabilmente, ambasciatori convincenti e vincenti del menu dell'affascinante locale di contrada Serra, ad Ariano Irpino.

Nico Mattia, il titolare, con Marco Caputi forma una coppia invidiabilissima di efficienza, sensibilità e specchio di un'Irpinia che i due conoscono a menadito oltre che negli aspetti culunari; due che giocano con maestria e puntano sul fattore culturale che è poi il condimento che fa un piatto più gustoso, appetitoso e alla fine vincente. Senza dimenticare la bellezza, la preparazione dei piatti che fa poi il resto grazie ai cromatismi, alle nuances non casuali che inappuntabilmente cavalcano il rispetto rigoroso della stagionalità. La tecnica, altissima, chiude poi il cerchio di una cucina sì territoriale e figlia di questa terra, ma che ha e ricerca, contaminazioni intelligenti e vincenti di altre regioni e paesi. Piatti di mare e di terra che rilasciano emozioni e suggestioni magnetiche e magnifiche: cambiando l'ordine dei fattori, il prodotto non cambia, complice anche e soprattutto il luogo: uno vecchio frantoio del settecento di cui Nico Mattia ne ha recuperato filologicamente la memoria e la storia, rendendolo ospitalissimo senza esagerazioni di sorta, nell'arredamento che è francescano da un lato, ma moderno, contemporaneo, pratico ed efficiente dall'altro, grazie ad una comodità e ad una ospitalità che camminano di pari passo in fatto di bellezza con la vista mozzafiato sulla valle.


L'uomo, come diceva Ludwig Feuerbach, è ciò che mangia, una filosofia che Marco Caputi declina alla lettera, conquistando e facendo innamorare chi testa la sua cucina di territorio e dintorni, visto che nei suoi piatti, oltre alla tecnica impeccabile, alla ricerca quasi ossessiva, ad una fantasia senza confini, figlia di una creatività geniale, c'è l'anima dei luoghi, dei paesi e delle città che ha vissuto. Un grande successo, che si aggiunge a quello confermatissimo della famiglia Fischetti, che con Oasis Antichi Sapori a Vallesaccarda rappresenta ormai una certezza del gusto.

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