Piano di zona in balia dei veti incrociati assemblea deserta, assistenza a rischio

Piano di zona in balia dei veti incrociati assemblea deserta, assistenza a rischio
di Flavio Coppola
Mercoledì 5 Ottobre 2022, 07:23
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Niente intesa tra i sindaci e i servizi sociali restano in ostaggio della cattiva politica. A pochi giorni dall'udienza di merito del Tar di Salerno, che il 12 si pronuncerà sul commissariamento del Consorzio A4, disposto nella lontana estate del 2021 dalla Regione, i 16 primi cittadini dell'ambito, con Avellino capofila, hanno disertato in massa l'assemblea prevista ieri mattina per ricostruire il Consiglio di amministrazione e il presidente dell'assemblea. Tutte cariche scadute dalla scorsa primavera, a testimonianza dei ritardi e della fuga dalle responsabilità delle fasce tricolore dell'ambito. Unico presente, ieri mattina a Piazza del Popolo, l'oramai ex presidente Nunziante Picariello, sindaco di Capriglia, che a sua volta sarebbe indisponibile a ricoprire ancora il ruolo. L'ultima chance, prima di consegnare al Tar l'immagine di un raggruppamento di sindaci e comuni del tutto incapaci di autodeterminarsi politicamente, è l'assemblea fissata in seconda convocazione per dopodomani. Ma non cambierà nulla dal punto di vista del quorum. Così come in prima convocazione, trattandosi di «votazione rafforzata», saranno necessari almeno 11 comuni su 15, e il 51 per cento della popolazione dell'ambito. Se Avellino, col 37 per cento delle quote, è fondamentale per il raggiungimento della soglia degli abitanti, i piccoli comuni sono indispensabili per garantire le 11 presenze minime. È per questo che l'accordo è assolutamente l'unica soluzione contro la sconfitta politica del commissariamento.


Da quanto si apprende, come al solito, potrebbe arrivare sul filo dell'ultimissimo gong.

Ma solo per causa di forza maggiore. La lotta è quella consueta tra i due centrosinistra che si contrappongono in Irpinia. Quello ufficiale, del Pd, che annovera, tra gli altri, i sindaci di Cervinara, Capriglia, Torrioni, Tufo, Chianche, San Martino Valle Caudina e Roccabascerana. E quello che fa capo al primo azionista dell'ambito, il capo dell'amministrazione avellinese, Gianluca Festa. Anche se la frammentazione politica esistente nei due blocchi è tale per cui ogni sindaco, di fatto, sembra giocare una partita autonoma.

Mancano solo 48 ore all'ultimo test, e così le telefonate sono numerose. Si lavora ad un confronto preparatorio sulla base di un'intesa che pare Avellino vorrebbe fosse ricalcata su quella raggiunta ad aprile scorso. Un Consiglio di amministrazione composto, dunque, da Festa, a cui il ruolo di presidente del Consorzio A4 spetta di diritto, e poi da Attilio Renna e Giuseppe Lombardi, sindaci di Prata e Petruro, per la Valle del Sabato, e Roberto Del Grosso, di Roccabascerana, per la Valle Caudina. A questo punto, resterebbe un ultimo posto da assegnare, in sostituzione della rappresentante scaduta di Cervinara, Anna Marro. Ricomposto il Cda, si potrebbe dunque approvare il Bilancio per impegnare la spesa dei molti milioni di euro che restano inutilizzati. Proprio mentre divampa l'emergenza sociale sotto i colpi dei rincari energetici e dell'aumento di tutte le materie prime.
Sindaci ancora divisi su tutto, anche il ruolo di garanzia del presidente dell'assise sarà oggetto di contesa.

L'outsider potrebbe essere la fascia tricolore di Grottolella, Spiniello. In mezzo a tanta cattiva politica, i servizi minimi - quelli che la legge stabilisce come indispensabili ed obbligatori - sono garantiti nel capoluogo grazie ad un continuo sistema di proroghe e affidamenti che vengono disposti al di fuori della forma giuridica dell'assemblea consortile. Come se, di fatto, non fosse mai stata costituita. Non appare un caso, in questo senso, che a distanza di 2 o 3 anni dalla nascita del Consorzio, mai nessun Rendiconto della gestione sia stato approvato. Nessuno può sapere, insomma, se e come i soldi pubblici vengano destinati alle fasce deboli in un bacino da 92.000 abitanti. Circostanza, questa, così grave che, da più di un anno, è stata allertata la Corte dei conti.

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