Raid notturno in villa bottino da 150mila euro

Il racconto: "Svegliato dai rumori, ho temuto minacciassero mia moglie"

Enrico De Simone
Enrico De Simone
di Paola De Stasio
Martedì 18 Aprile 2023, 09:08 - Ultimo agg. 09:13
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«Credevo di essere al sicuro nella mia casa, mi ritenevo a riparo nel mio paese, invece in una notte sono crollate tutte le mie certezze. Mai avrei immaginato che venissero a derubarmi, che si introducessero nella mia abitazione per portar via ricordi di una vita e oggetti di grande valore». È ancora molto scosso quando ci racconta la sua disavventura, Enrico De Simone, noto medico, che vive a Montella, per anni primario, ora in pensione, della Terapia del Dolore dell'ospedale Moscati di Avellino, fratello di Alberta De Simone, ex deputata ed ex presidente della Provincia.

«I ladri sono entrati nella palazzina di via Ammiraglio Pelosi nella notte e hanno trafugato un bottino di oltre 150mila euro. Forse la stima è addirittura superiore a questa cifra. Si sono portati via 12 quadri, tra cui una reliquia del 700 in oro zecchino del valore di almeno 50mila euro, pezzi di argenteria, gioielli, orologi e due auto: un Suv ed una Panda. La casa non dispone di un sistema di allarme, ma ha un impianto di video sorveglianza». Dalle telecamere si è visto che hanno agito in 4, erano tutti incappucciati rivela il dottor De Simone. «Per il loro modus operandi, per come si sono mossi all'interno - continua - ho il sospetto che i malviventi abbiano avuto informazioni da qualcuno che ha frequentato la mia casa, che conosce le mie abitudini.

Sapevano anche che noi dormivamo in mansarda. Io ho due porte blindate e le hanno bypassate entrambe, per introdursi all'interno si sono arrampicati sul tettuccio della porta d'ingresso, poi sono saltati su un balcone e, da lì, forzando gli infissi, sono entrati nello studio. E qui hanno fatto una cosa che mi ha lasciato fortemente perplesso: nel cassetto della mia scrivania hanno preso le chiavi della porta blindata. Quindi sapevano dove ero solito tenere le chiavi».

Davanti agli occhi di Enrico De Simone è come se scorressero ossessivamente i fotogrammi del furto: «Quando sono entrati nell'appartamento del primo piano hanno fatto razzia di tutto quello che hanno trovato, ben 12 quadri, tra cui una reliquia del 700 di grande valore, credo non meno di 50mila euro, ma al di là del valore economico c'è quello affettivo, che è inestimabile: era di mio nonno, la custodivo con amore e con orgoglio. Hanno preso due orologi importanti, due Zenith, uno mio e l'altro di mia moglie, hanno rubato tutta l'argenteria, vari gioielli e sono finanche andati a prendere le chiavi delle nostre auto che erano in garage per poi darsi alla fuga».

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A quanto pare i malviventi non erano ancora soddisfatti del ricco bottino, lo conferma lui stesso: «Credo che cercassero anche soldi, che non hanno trovato al primo piano, infatti hanno tentato di entrare nella mansarda dove stavamo dormendo, ma hanno fatto rumore, facendo cadere le chiavi a terra, io ho sentito un rumore indistinto, mi sono svegliato, mi sono pure alzato per andare in bagno, mai pensavo che potessero essere i ladri. Però loro evidentemente mi hanno sentito, quindi hanno desistito e sono fuggiti. L'intenzione di entrare c'era, infatti abbiamo trovato anche due buchetti nella serratura fatti con un trapano. Meglio così, chissà avrebbero potuto finanche minacciare me e mia moglie per farsi consegnare dei soldi». Sul furto stanno indagando i carabinieri della compagnia di Montella, in questi casi è sempre un'impresa ardua risalire ai malviventi, recuperare bottini. Enrico De Simone dopo questa esperienza traumatica confessa: «Forse finora ero stato un inguaribile ottimista, certo ho letto sui giornali ed ascoltato in tv le testimonianze di tante persone vittime di furti, di rapine, eppure io ho sempre continuato a pensare di essere al sicuro nella mia casa, nel mio paese, Montella, dove ho scelto di vivere tra gente che conosco. Ora comprendo cosa si prova ad essere violati nella propria intimità e privati di ricordi che hanno accompagnato la mia vita e quella dei mie cari».
 

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