«Dal 2013 viviamo su una frana. I lavori di messa in sicurezza appaltati dal Comune sono fermi da un anno e ogni volta che piove si allarga il perimetro dello smottamento. Abbiamo paura, speriamo che anche il sindaco inizi a preoccuparsi».
La denuncia arriva dagli abitanti e dai commercianti di via Rotondi, a Rione Parco. Ad oltre dieci anni dalla frana che causò la rottura del muro di contenimento che delimitava la strada sovrastante rispetto ad un'area a verde adibita a campetto di calcio, il cantiere allestito nel maggio 2022 appare come una selva incolta.
Delimitata l'area cantiere, i lavori di messa in sicurezza di un pezzetto di città a rischio idrogeologico, appaltati da Palazzo di Città ad una società casertana per 260mila euro, non sono mai iniziati. «Era gennaio del 2013 quando quel muro è venuto giù.
Un blocco dei lavori innegabile da parte del Comune che, però, prova a correre ai ripari. Dallo staff dell'amministrazione fanno infatti sapere che la messa in sicurezza del costone ha richiesto una perizia di variante, già appaltata e aggiudicata ad un'impresa sannita. Il cantiere, assicurano, ripartirà ad horas perché proprio prima di Pasqua è arrivata l'autorizzazione del Genio civile. Perizia di variante che rientra nel quadro economico già a disposizione dell'amministrazione.
A sperare che questa sia la volta buona non solo gli abitanti delle palazzine che affacciano direttamente sulla frana, ma tutti i residenti del quartiere tirato a lucido solo poche settimane fa per l'inaugurazione del Centro Flipper alla presenza del Ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. Chi abita e lavora a Rione Parco chiede attenzione. «È vergognoso che da dieci anni abbiamo la strada in queste condizioni. Questi lavori andavano fatti immediatamente dopo il crollo del muro e invece, passato il tempo, è stato addirittura appaltato un cantiere per poi lasciarlo fermo per un altro anno. Basta guardare l'erba cresciuta all'interno per capire che nessuno ci ha messo mano. È il segno dell'abbandono dell'intero quartiere» è il commento amareggiato del signor Mario Preziosi che gestisce il negozio di frutta e verdura a pochi metri di distanza dall'ex campetto di calcio. «Il muro di contenimento non sarebbe mai crollato se ci fosse stata la manutenzione adeguata e, soprattutto, se fosse stato progettato un sistema di incanalamento dell'acqua piovana così come andrebbe fatto in una zona collinare», chiosa il commerciante.