Sui rifiuti «in proprio» c'è lo stop a Festa della Corte dei Conti

La magistratura contabile dice no alla richiesta di parere sub ambito

Il Comune di Avellino
Il Comune di Avellino
di Alessandro Calabrese
Martedì 14 Marzo 2023, 07:56
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Il Comune di Avellino invia la proposta di delibera riguardo al percorso individuato per la gestione in città del ciclo integrato dei rifiuti e la Corte dei conti ritiene inammissibile la richiesta di parere in quanto basata su un atto non deliberativo del Consiglio comunale.
Ciò potrebbe costare caro al progetto del sindaco Gianluca Festa di organizzare ed espletare il servizio in proprio, attraverso la Grande srl.
Si ferma la procedura per la costituzione del sub ambito.

Il Collegio della sezione regionale della Campania della magistratura contabile ha, infatti, rinviato al mittente l'istanza che avrebbe dovuto contenere l'approvazione dell'atto della costituzione del Comune di Avellino in Sub Ambito Distrettuale (Sad) e l'individuazione dell'affidamento a una società mista, previa selezione del socio privato attraverso una gara, quale modalità di gestione del servizio di igiene urbana.

Nella deliberazione della Corte si parla di un doppio invio, con protocollo diverso, ma dello stesso contenuto. D'altra parte, recita il dispositivo «la Corte dei conti è chiamata a deliberare, entro il termine di 60 giorni dal ricevimento, in ordine alla conformità dell'atto con particolare riguardo alla sostenibilità finanziaria e alla compatibilità della scelta con i princìpi di efficienza, di efficacia e di economicità dell'azione amministrativa. Ciò nell'esigenza di sottoporre a scrutinio i presupposti giuridici ed economici della scelta amministrativa, prima che la stessa venga attuata mediante gli strumenti del diritto privato».
In pratica, la magistratura contabile si esprime sull'atto formale deliberato prima «delle rilevanti conseguenze che la nascita di un nuovo soggetto societario o l'intervento pubblico in una realtà già esistente determina sotto molteplici profili».

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Resta il dubbio se il Comune avrebbe dovuto aspettare il parere o la scadenza dei 60 giorni prima di indire la gara a doppio oggetto. Dunque, potrebbe esserci un vizio formale ma anche procedurale che non nulla hanno a che vedere con la scelta in sé non ancora valutata.
Gli uffici di Piazza del Popolo avevano inviato la documentazione, dopo il Consiglio comunale del 27 dicembre scorso, riunito proprio per formalizzare la strada intrapresa ma la delibera compresa della trascrizione degli interventi (pronta dopo un mese) è stata spedita ad integrazione degli atti solo il primo febbraio alla Corte dei Conti che, secondo l'amministrazione, si esprimerà entro l'1 aprile.
Evidentemente nella Camera di Consiglio del 15 febbraio non si è riusciti a prendere in considerazione la correzione in corsa.

A questo punto ecco spiegato il motivo della proroga della gara d'appalto per la ricerca del partner privato, i cui termini fissati in un primo momento al 9 marzo sono slittati al 30. Rallenta la procedura, un intoppo che non mette in crisi l'amministrazione.
Da Palazzo di Città, però, l'amministrazione ostenta tranquillità sull'iter: «Nelle more, così come consentito dalla norma, la gara è stata regolarmente pubblicata dicono da palazzo di città - va avanti senza aver subito stop e sarà espletata auspicabilmente entro il mese di aprile».
In sostanza si ritiene che questa posizione della corte dei conti non fermerà il processo.
«Tempistica in linea con i tempi di espressione del parere da parte della Corte dei Conti».

E scoppia la polemica politica.
Diverso il parere del capogruppo di App, Francesco Iandolo: «La propaganda, al pari della fretta, ha prodotto un risultato peggiore delle aspettative».
Il giudizio è tranchant. «Non solo la società non potrà partire subito, ma dovrà attendere i termini per il pronunciamento della Corte dei conti nel merito e solo dopo potrà indire una nuova gara europea».
E ancora: «Speriamo che questo stop possa produrre l'unico aspetto positivo di far tornare il Comune di Avellino sui suoi passi, sedersi al tavolo dell'Ato e "guidare" di fatto la Newco».
 

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