Taviani L'amico del festival di Laceno

Il regista scomparso a 92 anni era molto legato al festival del cinema

Taviani L'amico del festival di Laceno
Taviani L'amico del festival di Laceno
di Stefania Marotti
Sabato 2 Marzo 2024, 09:03
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Una lunga storia d'amore con l'Irpinia, grazie all'assegnazione del Laceno d'Oro in due diverse edizioni. La scomparsa di Paolo Taviani, 92 anni, che, con il compianto fratello Vittorio, ha firmato dei capolavori del cinema d'autore, riaccende i ricordi sul significato del Festival Internazionale del Laceno, istituito da Camillo Marino e Giacomo D'Onofrio, e riproposto, dopo la sua sospensione, dal presidente del circolo ImmaginAzione, Antonio Spagnuolo.

Il loro primo film, I Sovversivi, girato nel 1967, anticipa i cambiamenti di costume che esploderanno, come una rivoluzione, nell'anno successivo. Ed è proprio con questo film, vincitore del loro primo Laceno d'oro, che inizia il rapporto di profonda amicizia, destinato a consolidarsi nel tempo, con Camillo Marino e Giacomo D'Onofrio. Dall'Irpinia inizia l'escalation di opere che appartengono alla storia della filmografia italiana ed internazionale.
Nel 1969, infatti, i fratelli Taviani firmano il successo di Sotto il segno dello scorpione, nel 1974 dirigono Marcello Mastroianni in Allonsanfan, interpretato da Laura Betti e Lea Massari.

Con Padre Padrone vincono la Palma d'oro al Festival del Cinema di Cannes nel '77. Cinque anni dopo, girano La Notte di San Lorenzo, con il quale si aggiudicano il prestigioso David di Donatello.

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Intenso il loro ricordo di Camillo Marino, raccolto dieci anni fa, quando i fratelli Taviani ritirarono in città il Premio alla Carriera, nell'ambito del Laceno d'Oro. «Marino era un uomo tenace, battagliero, che ammiravamo moltissimo per la sua caparbietà. Amavamo chiamarlo "il guerriero", per la sua capacità di guardare oltre l'immediatezza, per il suo coraggio di portare in una città piccola come Avellino un evento che, all'epoca, era considerato all'avanguardia. E, come se non bastasse, aveva fondato, con il suo fedele compagno di avventura Giacomo D'Onofrio, la rivista di cultura e di critica cinematografica Cinemasud, che consideriamo un autentico scrigno di preziosi suggerimenti. Nel suo lavoro c'era tanto amore per la sua città. I suoi rapporti con il fior fiore del cinema europeo avrebbero potuto condurlo a traguardi ambiziosi.

Ma gli bastava pensare alla sua terra per abbandonare ogni idea di fuga». Frasi che ancora oggi emozionano, ripensando agli anni d'oro del Laceno, quando arrivavano in città Ettore Scola, Gillo Pontecorvo, Cesare Zavattini, Pier Paolo Pasolini, che sostenne il Festival di Marino e D'Onofrio.
«Dopo Vittorio - afferma, commosso, Antonio Spagnuolo - ci ha lasciato anche Paolo Taviani, un regista sensibile, legato al nostro territorio da una storia personale ed artistica che privilegia i contenuti del Cinema che riflette, come noi amiamo definire le opere del nostro Festival. Il vuoto creato dalla scomparsa dei fratelli Taviani è incolmabile, in virtù della loro capacità di leggere la realtà anche alla luce dei fondamenti del Neorealismo, in cui hanno creduto Camillo Marino e Giacomo D'Onofrio». Anche il direttore di Quaderni di Cinemasud, Paolo Speranza, ricorda i fratelli Taviani con la voce rotta dall'emozione. «Entrambi i maestri - conclude - erano al corrente della stima che Camillo Marino aveva conquistato in Europa come critico cinematografico. Ricordare Cinemasud significa ribadire l'importanza della rivista per la promozione della cultura cinematografica».

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