Avellino, trova 27mila lire in Bot del 1940: oggi valgono 280mila euro

La storia di un pensionato foggiano rientrato ad Avellino a casa dei suoi avi

Una veduta del ministero dell'Economia
Una veduta del ministero dell'Economia
di Gianluca Galasso
Lunedì 15 Aprile 2024, 00:05 - Ultimo agg. 08:31
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Torna nella casa degli avi ad Avellino e rovistando nei cassetti trova nascosti in un sottofondo quattordici Bot (Buoni ordinari del Tesoro) di vario importo e risalenti agli anni 40/50. Ma poi ha riscontrato problemi per incassare il denaro dei buoni ereditati: 280mila euro. Protagonista della vicenda è Adriano Grimaldi, classe 1945, pensionato, residente a San Paolo di Civitate, in provincia di Foggia. Un rinvenimento inaspettato per l’anziano foggiano che era tornato in Irpinia nell’abitazione appartenuta ai propri antenati. Un giro per le varie stanze alla ricerca di ricordi, di emozioni passate, di momenti vissuti insieme ai parenti. Poi, la sorpresa con grande felicità. In un cassetto, mentre cercava vecchie foto e oggetti, si è accorto del sottofondo.

Un nascondiglio perfetto, in considerazione del fatto che i Bot sono rimasti custoditi per quasi ottant’anni. In quel sottofondo, dunque, ha scoperto i quattordici Buoni ordinari del Tesoro, di diverso taglio, risalenti agli anni 40/50 per un importo superiore a 27mila lire. Dopo la gioia, però, sono cominciati i problemi per incassare il denaro degli interessi maturati in tutti questi anni: ben 280mila euro. A questo punto, l’uomo si è rivolto all’associazione Giustitalia per essere assistito nella problematica giuridica, dando mandato ai legali di seguire la vicenda. «I titoli sono stati stimati da un nostro consulente che ha valutato un rimborso, con il favore degli interessi legali, della rivalutazione e della capitalizzazione, dalla data di emissione a quella del ritrovamento, di una cifra pari a circa 280 mila euro», spiegano dall’associazione Giustitalia, che si occupa, tra le altre cose, «su scala nazionale ed internazionale del rimborso dei buoni postali e dei titoli di Stato, di agire al fine del recupero della somma presso Poste italiane ed il Ministero dell'Economia obbligati in solido a onorare tutti i debiti esistenti anche prima dell’avvento della Repubblica Italiana».

Nello specifico della vicenda di Adriano Grimaldi, i legali dell’associazione evidenziano che «per quanto concerne la presunta prescrizione del diritto al rimborso eccepita da Poste italiane, l'articolo 2935 del codice civile statuisce che la prescrizione comincia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere.

Quindi, nel caso di specie, il giorno di decorrenza della prescrizione che è decennale comincia a decorrere dalla data del ritrovamento del titolo stesso. Diversamente non potrebbe essere visto che l'interessato prima di tale data ignorava l'esistenza del suo credito».

In Italia si contano circa dieci milioni di titoli di credito antichi, tra buoni postali, libretti bancari, Bot, non riscossi ed ancora riscuotibili. Ma quanto può valere un titolo antico? «Si procede alla valutazione del singolo titolo in relazione all'anno di emissione, al tasso previsto per quel tipo di titolo, al succedersi delle leggi nel tempo, ai periodi di valutazione e svalutazione monetaria e ad altrettanti ulteriori coefficienti – dicono dall’associazione -. In linea di principio, si può avere un'indicazione di massima del valore attuale del proprio titolo considerando il potere di acquisto che aveva la lira all'epoca di emissione del titolo stesso. Per esempio, se negli anni 40 con 1.000 lire si acquistava fondo agricolo, oggi con la somma rivalutata e ricapitalizzata si avrebbe diritto ad ottenere una somma di denaro in euro che consenta l'acquisto di un terreno dello stesso tipo».

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