Caos e traffico in tilt nelle strade del centro cittadino. I cento trattori arrivati da ogni angolo della provincia: partiti dai comuni della Valle Telesina come da quelli della Val Fortore hanno sfilato nelle strade del centro sotto l'occhio vigile delle forze dell'ordine. In mattinata poche le difficoltà, ma nel pomeriggio intorno alle 18 qualche tensione si è registrata. Automobilisti incolonnati nel traffico da viale Mellusi a via Perasso, passando per piazza Risorgimento fino all'incrocio con piazza IV Novembre e piazza Castello.
Ma riavvolgiamo il nastro della giornata.
«La nostra lotta si fermerà solo quando saranno accolte le nostre richieste volte a creare un futuro per l'agricoltura che non sia di mera sopravvivenza, tutelando allo stesso tempo la dignità di chi ne ha fatto una ragione di vita». A spiegarla così è Gabriele Forte, 36 anni, coordinatore, insieme con Salvatore La Bella della manifestazione. È imprenditore, alla guida, coi suoi familiari, di un'azienda di 50 ettari in Castelvetere in Valfortore. «È solo l'avvio di una protesta spiega a sua volta La Bella che vede la partecipazione di oltre cento colleghi, che diventeranno mille domani». Il movimento è sorto sulla scia di quanto sta accadendo in Francia e Germania. I due rivendicano «l'assoluta apoliticità».
La partecipazione si è generata attraverso i social, il passa-parola, ma anche con le sollecitazioni ai singoli. Una protesta sorta dall'iniziativa di singoli «stanchi chiarisce Forte - di vedere compromessa, di anno in anno, l'attività di centinaia di aziende». Ma ci sono le organizzazioni storiche di settore, che sono impegnate nella difesa degli agricoltori. «Noi ribatte La Bella non vogliamo avere nulla a che vedere con queste realtà. La nostra posizione è sorta dalla consapevolezza di dover lottare perché si affermi il riscatto». È un'iniziativa, insomma, che ha volutamente messo da parte i canali tradizionali di aggregazione sindacale del comparto. I manifestanti puntano in primo luogo il dito contro la Comunità europea e le decisioni che sta adottando. Sono state e continuano ad essere, a loro avviso, del tutto "scellerate".
«Tra l'altro conclude La Bella non abbiamo alcuna possibilità di incidere sul valore economico del prodotto finale per provare ad ottenere margini di guadagno quanto meno dignitosi, per la carne, per il latte, la cerealicoltura ma anche per la viticoltura e l'olivicoltura I prezzi delle materie prime li stabilisce il mercato; quelli di vendita li impone il trasformatore a cominciare dalla grande distribuzione organizzata».