Patto Rummo-Cardarelli sui rinforzi a Cardiologia

Mancano 5 specialisti, convenzione per 300 ore mensili

Patto Rummo-Cardarelli sui rinforzi a Cardiologia
Patto Rummo-Cardarelli sui rinforzi a Cardiologia
di Luella De Ciampis
Mercoledì 31 Gennaio 2024, 09:59
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È stata appena approvata la convenzione tra le aziende ospedaliere «Rummo» di Benevento e «Cardarelli» di Napoli per l'acquisizione di 300 ore mensili di prestazioni aggiuntive per la specialità di Cardiologia, mentre c'è il rinnovo della convenzione con l'Asl di Benevento per la fruizione di 600 ore mensili per la branca di Medicina d'urgenza e Pronto soccorso.

Negli ultimi mesi si è ridotto sensibilmente il personale medico in forza all'unità operativa di Cardiologia e Utic, in seguito all'assenza di cinque cardiologi sopraggiunta. Nel dettaglio, due dirigenti medici stanno usufruendo del periodo di ferie da godere prima dell'imminente pensionamento, due sono in permesso per lunga malattia e uno aveva rassegnato le dimissioni volontarie nel mese di dicembre. In seguito alla evidente carenza di personale e in considerazione delle attività svolte dal reparto, si era reso necessario fare ricorso a 400 ore di prestazioni aggiuntive per garantire i turni nel mese di dicembre. Infatti, la Cardiologia espleta attività assistenziale h24 e servizi diagnostici trasversali per l'intera azienda, oltre a essere inserita nella rete di patologia tempo dipendente della Regione Campania per l'infarto miocardico acuto.

A metà novembre, l'ospedale aveva inoltrato una richiesta formale alle altre strutture regionali per attivare una convenzione per la fruizione di prestazioni esterne per riuscire a garantire i turni vacanti.

La convenzione stipulata per un anno con il «Cardarelli» consentirà di sopperire alle necessità del reparto, fino a quando non sarà possibile reclutare il personale medico da destinare al reparto. Le convenzioni con altre strutture sanitarie e ospedaliere, insieme alle autoconvenzioni e agli esiti degli ultimi concorsi, riescono a tamponare la grave carenza di personale che si è ingenerata negli ultimi anni. Ma, poiché si tratta di criticità che vengono da lontano, non si può fare altro se non resistere strenuamente.

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La federazione Cimo Fesmed ha elaborato una serie di dati che dimostrano come si continui a risparmiare sul personale, mentre la spesa sanitaria aumenta. A confermarlo è il conto economico relativo al 2021 dal quale emerge che, a fronte di un finanziamento del Servizio sanitaro nazionale aumentato del 19,9% tra il 2010 e il 2021, il costo del personale è cresciuto solo del 2,77%. «La volontà di tagliare sulle figure professionali dice Guido Quici, presidente nazionale Cimo Fesmed che tengono in vita il Servizio sanitario nazionale è bipartisan ed è responsabile delle condizioni drammatiche in cui versa la sanità pubblica. Per risollevarne le sorti è essenziale invertire il trend e rilanciare l'offerta sanitaria, tornando a investire sul personale sanitario».

Secondo le fonti ministeriali, attualmente si registra una «disaffezione» importante dei giovani nei confronti di alcune specializzazioni che non è solo prerogativa dell'Italia ma si estende anche oltre i confini europei. Infatti, in base alle stime, negli Stati Uniti tutti i medici vogliono specializzarsi in Dermatologia e nessuno in Emergenza-urgenza. Per questo la linea da seguire deve essere quella di incoraggiare i medici a rimanere nelle strutture pubbliche e di incentivare i giovani laureati a scegliere le specializzazioni meno attrattive. In realtà, in un passato neanche tanto remoto, quando le necessità di personale erano di gran lunga inferiori rispetto ai laureati in medicina, c'era la corsa a un posto di lavoro a tempo indeterminato da parte dei giovani professionisti perché dovevano scegliere tra la prospettiva di rimanere a svolgere il servizio di guardia medica fino a 50 anni, e l'incarico a tempo indeterminato, ancorché scomodo. Oggi il rapporto è inversamente proporzionale rispetto al passato, con pochi medici che hanno la facoltà di scegliere il tipo di lavoro che preferiscono, e molti posti vuoti che, se scomodi, sono destinati a rimanere tali.

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