Benevento: veleni record nel pozzo,
caccia all'inquinatore della falda

Benevento: veleni record nel pozzo, caccia all'inquinatore della falda
di Gianni De Blasio
Giovedì 1 Aprile 2021, 09:43 - Ultimo agg. 10:34
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Un evento storico. Eccezionale. Comunque da indagare. E già stamattina, la polizia municipale avvierà le verifiche per risalire alle cause di una presenza di tetracloroetilene assolutamente anomala nel pozzo di Campo Mazzoni. «Negli ultimi 25 anni spiega Giuseppe Mazza, titolare di Artea, società di servizi alle aziende nel campo della qualità, sicurezza e ambiente con sede a Ponte non è stata mai superata la soglia di 10 microgrammi. Apprendere che il 9 marzo il valore si attestava a 47,6 e che un altro prelievo segnava 28, significa che siamo al cospetto di qualcosa di clamoroso. Valori elevatissimi che non si giustificano in alcun modo. Benevento non è Solofra, laddove, sino a qualche anno fa, ci si attestava sui 90, anche 100 microgrammi. Ma fa notare Mazza - lì sgrassavano le pelli, le lavavano a secco, bastava qualche conciaio poco serio e l'inquinamento delle falde schizzava a livelli inimmaginabili. Sia pur in misura molto inferiore, ritengo che anche a Campo Mazzoni siamo in presenza di qualche attività illecita». Sospetto confortato dall'esito di indagini condotte prima e dopo il prelievo «incriminato» del 9 marzo, «senza che oltrepassassero i 3-4 microgrammi».

Le analisi effettuate l'8 febbraio dall'Asl sull'acqua dello stesso pozzo davano un valore nella norma con una presenza di tetracloroetilene in misura di 0.3 microgrammi a litro; l'Arpac, poi, nel campionamento del 22 marzo, ha rilevato un valore pari a 7,6, mentre il dato ufficiale del prelievo di martedì da parte di Artea si conoscerà oggi, ma ci si dovrebbe attestare al di sotto di 5 come ha anticipato Mazza ai partecipanti al tavolo tecnico convocato dal Comune. Al vertice per il Comune erano presenti l'assessore Gerardo Giorgione (il sindaco Mastella era assente per potersi vaccinare), i dirigenti Gennaro Santamaria e Antonio Iadicicco, i funzionari Annamaria Villanacci, Elena Cavuoto e Angelo Tuzio e il comandante della polizia municipale, Fioravante Bosco; per la Gesesa il presidente Domenico Russo, l'ad Vittorio Cuciniello e l'ingegnere Salvatore Guadagnuolo; per l'Arpac il direttore del dipartimento di Benevento Elina Barricella; per l'Asl Maria Giovanna Fuggi e Fernando Maio; per la Regione, Gianpaolo Parente; per l'Eic il digì Vincenzo Belgiorno e Antonio Iannaccone.

Fra le decisioni assunte, la richiesta alla Regione perché aumenti di 50 litri al secondo la portata dall'acquedotto Torano-Biferno.

Le manovre per portare l'acqua a regime impegneranno diversi giorni, ma è già fissato un appuntamento tra Gesesa e il dirigente regionale Ciro Pesacane per la prossima settimana. Gesesa, inoltre, effettuerà campionamenti settimanali e anche dei piezometri posizionati dal Comune in quell'area per effettuare il piano di caratterizzazione, mentre l'Arpac, in collaborazione con la Provincia, provvederà a campionare l'acqua di tutti i pozzi dei privati che insistono in quell'area. L'Arpac monitorerà, con campionamenti quindicinali, sia il pozzo di Campo Mazzoni che quelli di Pezzapiana, utilizzati per alimentare l'acquedotto pubblico, costantemente monitorati senza che abbiano mai superato i livelli di guardia. All'Asl, invece, compete il monitoraggio continuo e diffuso dell'acqua al rubinetto per certificarne la potabilità. Dell'inquinamento del pozzo ha discusso pure la commissione consiliare all'Ambiente presieduta da Mila Lombardi. In audizione, il presidente Gesesa Russo e l'ad Cuciniello. Russo ha ricordato che dalle analisi effettuate in precedenza sulla rete nell'area fornita dal pozzo Campo Mazzoni si ottenevano valori oscillanti tra i diversi periodi dell'anno e tra una zona e l'altra (valori sempre rientranti nei limiti della soglia di potabilità, come attestato dall'Asl) in merito alla presenza di tetracloroetilene per cui sono state intensificate le verifiche, effettuate anche alla fonte: da tali verifiche, lunedì i valori di tetracloroetilene sono risultati al di sopra della soglia di potabilità per cui è stato deciso di chiudere il pozzo, di fatto chiuso dal 25 febbraio. «Al momento non ci sono problemi di approvvigionamento o distribuzione d'acqua - ha assicurato Russo - perché si riesce a sopperire al fabbisogno della cittadinanza».

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