È emergenza marciapiedi in alcune zone centrali della città. In numerosi tratti sono addirittura impraticabili, a causa di ostacoli naturali diventati ingombranti. Paradossale il caso di via Enrico Calandra, una delle strade più frequentate della zona alta per la presenza di scuole, uffici e numerosi edifici ad indirizzo residenziale. Una situazione che persiste da anni. Proteste ed appelli sono partiti dagli abitanti da svariati mesi.
Le richieste indirizzate a palazzo Mosti sono di interventi urgenti e diventati non più procrastinabili.
«C'è un ampio tratto di marciapiede dice Francesca De Martini, un residente della zona di via Calandra che non può essere utilizzato nemmeno parzialmente tra alberi radicati, erba selvatica e soprattutto smottamento del pavimento a causa della crescita delle radici.
Marciapiedi inadeguati e carenti anche per diversi tratti dell'adiacente via Giustiniani, via Nicola Sala, altra zona percorsa da studenti delle elementari e delle medie. Mattonelle mancanti, dislivelli, erba alta ed in alcuni casi anche il solito problema di escrementi canini fungono da deterrenti per i pedoni. Sui social è stato creato addirittura un apposito gruppo, denominato «A difesa di noi pedoni beneventani», dove vengono raccolte denunce e monitorata la situazione generale.
Anche in altri quartieri non mancano segnalazioni di problematiche legate alla manutenzione dei marciapiedi come nel caso di via Pacevecchia, via Fratelli Rosselli, via Enrico Cocchia e via D'Azeglio, via Santa Maria degli Angeli, Via Napoli al Rione Libertà. L'assessore ai lavori pubblici Mario Pasquariello, dal suo canto, mette in risalto le opere realizzate negli ultimi mesi. «Nel caso di via Calandra stiamo cercando di trovare una soluzione visto che gli alberi secolari ubicati al centro dei marciapiedi hanno determinato problemi. Va anche sottolineato che abbiamo ereditato situazioni complicate rispetto alle quali sono stati compiuti interventi che definirei storici come la creazione di marciapiedi in via Avellino inaugurati l'anno scorso, per un ampio tratto di via Epitaffio dove non sono mai esistiti».