Benevento, immobili chiusi:
la sfida anti-degrado di Mastella

Benevento, immobili chiusi: la sfida anti-degrado di Mastella
di Antonio Martone
Lunedì 20 Luglio 2020, 08:20 - Ultimo agg. 11:43
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Troppe «cattedrali deserte o abbandonate» in particolar modo nel cuore della città. Sulla vicenda scende in campo anche Clemente Mastella. Il sindaco non usa giri di parole e promette un intervento concreto e immediato. «In questi giorni scriverò all'Inail e alla direzione della Banca d'Italia - dice - per chiedere delle soluzioni per gli immobili di piazza Risorgimento abbandonati da troppi anni. Si tratta di strutture ubicate proprio nel cuore della città e che con il passare del tempo registrano sempre di più problemi strutturali e perché no anche a livello estetico per il decoro. È evidente che ci troviamo di fronte a situazioni di degrado che non aiutano la nostra comunità che cerca un rilancio anche a livello turistico». Il primo cittadino ha pronte anche delle proposte. «La Banca d'Italia potrebbe decidere di aprire un centro archivio tanto per fare un esempio oppure ci potrebbe essere l'ipotesi di concedere le strutture a qualche altro ente o a privati in gestione onerosa. Se non dovesse essere possibile pensare a questo percorso si potrebbe passare alle cessioni a prezzi eventualmente più congrui rispetto alla realtà. Ad esempio mi risulta che il complesso della Banca d'Italia è in vendita da svariati anni e diversi privati hanno mostrato interesse a rilevarlo in toto ma senza trovare un accordo».

Mastella pensa anche a soluzioni estreme. «Potrei anche emulare il sindaco-santo di Firenze Giorgio La Pira che nel 1953 dispose la requisizione di numerosi appartamenti, anche proprietà private. Potrei requisire la struttura ex Inail nel caso in cui ci fosse bisogno di aule a uso scolastico, un atto possibile se si presentino assolute ragioni di necessità e urgenza tali da non consentire l'intervento del prefetto stesso come stabilito nel 2007 dal Consiglio di Stato. Dobbiamo cercare di trovare un modo per riaprire, ma soprattutto per porre fine all'attuale situazione che non soddisfa nessuno».
 


La mappa dei complessi chiusi purtroppo nel corso degli anni si è arricchita di nuove location anche se di recente l'Asl ha provveduto a «ripristinare» il palazzo che ospitava l'Ispettorato Provinciale per l'Agricoltura al viale Principe di Napoli. Dopo circa venti anni, infatti, la struttura è stata ristrutturata ed entro fine mese riaprirà i battenti come sede dell'Unità Operativa Farmaceutica sui primi due piani e per la restante parte per ospitare il Dipartimento di Igiene Mentale. Presso l'attuale sede della farmacia comunale ubicata in via Trieste e Trento si trasferirà l'ufficio postale. A parte l'ex sede della Banca d'Italia e dell'Inail, che per qualche anno aveva ospitato gli uffici del Giudice di Pace, la lista continua con l'ex Provveditorato agli Studi, un palazzo di cinque piani nei pressi della stazione centrale, un'ala dell'ex seminario al corso Garibaldi e del palazzo della prefettura. Ci sono poi ben due zone dell'ex caserma Guidoni che come noto fa parte della gestione patrimoniale della Provincia.
Addirittura la struttura che confina con il mercatino di piazza Risorgimento è anche a rischio staticità, frutto dell'abbandono di oltre cinquanta anni. La lista continua con l'ex Scuola allievi carabinieri al viale Atlantici e con il convento San Filippo Neri, ex orfanotrofio ubicato in pieno centro storico, anch'esso interessato da problemi strutturali che hanno portato alla chiusura e alla relativa cinturazione. In passato non sono mancati tentativi di occupazione abusiva di alcune di queste strutture da parte di «senzatetto» o componenti di centri sociali. Evidente lo scopo di Mastella di evitare che questi complessi continuino a restare abbandonati. Allo studi anche progetti che puntano a eventuali sinergie tra pubblico e privato.

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