Benevento, la camorra alza il tiro:
in fiamme un bar del Corso

Benevento, la camorra alza il tiro: in fiamme un bar del Corso
Mercoledì 26 Ottobre 2022, 08:24 - Ultimo agg. 16:55
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Nonostante il nome benaugurante “Hope”, che significa speranza, un bar del corso Garibaldi è stato distrutto da un rogo. Un incendio doloso provocato da liquido infiammabile con successiva esplosione, probabilmente di qualche macchinario presente nel locale. I vigili del fuoco hanno rinvenuto solo tracce del liquido per provocare l’incendio e non sostanze esplodenti. Un attentato dunque che fa ha subito spinto il prefetto Carlo Torlontano a convocare due riunioni: una tecnica-operativa e a seguire il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica a cui prenderanno parte i vertici delle forze dell’ordine e il sindaco Clemente Mastella.

L’allarme è scattato intorno alle 4 dell’altra notte. Il gestore del bar Antonio Muscetti (il locale è intestato alla figlia) è stato informato dai carabinieri del Nucleo radiomobile ad operativo della Compagnia di Benevento, diretti dal tenente Giuseppe Friscuolo, intervenuti sul posto con più squadre dei vigili del fuoco. 

Si è così potuto ricostruire che i malviventi hanno forzato una porta secondaria del bar che affaccia su vico Tre settembre. Una volta all’interno hanno appiccato il fuoco nella parte retrostante del locale. Le fiamme si sono propagate rapidamente e quasi tutte le attrezzature e suppellettili sono andate distrutte. L’esplosione ha poi divelto anche i vetri antiproiettili della porta d’ingresso. La ricognizione fatta dai vigili del fuoco ha permesso di stabilire la natura dolosa del rogo. Tracce di liquido infiammabile sono state rinvenute come anche una bottiglia, che potrebbe essere stata adoperata per portare il liquido sul posto. Muscetti è stato ascoltato a lungo presso la caserma dei carabinieri di via Meomartini. Avrebbe sostenuto di non avere nemici e di non sapersi spiegare il possibile movente. Di certo, si è di fronte a un attentato incendiario che, alla luce delle modalità, era finalizzato alla distruzione del locale. Il rituale delle intimidazioni, infatti, è diverso e prevede qualche lieve danno alla porta d’ingresso. Questa volta chi ha operato era animato da altre intenzioni. 
 

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«Per me rappresenta una tragedia - dice Muscetti, che quasi incredulo ha trascorso la mattinata all’esterno del bar, poi sottoposto a sequestro, assistendo agli ultimi sopralluoghi da parte di carabinieri e vigili del fuoco - mi hanno buttato in mezzo alla strada perché non sono neppure assicurato.

Il danno è enorme, non posso quantificarlo con precisione ma certamente supera i cinquantamila euro. Dopo aver gestito un bar di fronte alla prefettura da circa un anno avevo rilevato questo locale e le cose andavano abbastanza bene. Al momento non riesco a capire che cosa è successo e quindi neppure a fare ipotesi». Il locale negli ultimi anni ha cambiato diversi gestori, Muscetti è solo l’ultimo. Una gestione che inizialmente aveva avuto anche qualche problema circa le autorizzazioni da parte del Comune, da qui l’intestazione alla figlia. Poi l’attività era partita e l’attività era decollata con tavoli e ombrelloni all’esterno. Ora i carabinieri hanno avviato le indagini con la visione delle immagini rilevate dalle telecamere. Ma il fatto che i malviventi hanno operato uitlizzando su una porta secondaria fa ritenere che siano giunti da lì e non dal corso Garibaldi prima di dileguarsi lungo lo stesso itinerario. Un vicolo che ha senza dubbio meno occhi elettronici rispetto al Corso. 

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