Benevento, scoperte altre tombe:
tesoro sotterraneo a Santa Clementina

Benevento, scoperte altre tombe: tesoro sotterraneo a Santa Clementina
di Antonio Martone
Lunedì 15 Marzo 2021, 09:00 - Ultimo agg. 20:44
4 Minuti di Lettura

Ogni volta che si scava nella zona di Santa Clementina per effettuare lavori stradali, alla rete idrica o installare impiantistica, spesso si registrano importanti scoperte archeologiche. È il caso di dire che si cammina sulla storia. Dal sottosuolo vengono fuori quelli che possono essere definiti autentici tesori, testimonianza di un passato ricco e glorioso di una città antichissima. In via Gennaro De Rienzo, come già riportato da «Il Mattino» qualche settimana fa, è venuta alla luce una necropoli di epoca romana durante i lavori per il potenziamento della rete fognaria. Un ritrovamento che segue quello delle fornaci in via Latina, alla necropoli di epoca longobarda della scorsa estate in piazza Orazio Flacco e così via. Un rinvenimento che ha fatto accendere i riflettori alla Sovrintendenza ai Beni Culturali che ha successivamente chiesto e ottenuto dal Comune la chiusura al traffico veicolare della strada per approfondire indagini. In questa ottica è stata già allargata la zona degli scavi, spostata verso il centro dell'arteria, ma soprattutto si cercherà di andare ancora più in profondità rispetto ai quasi due metri attuali. La sensazione più che fondata, infatti, è che si è di fronte a una importantissima necropoli.

E infatti la continuazione della ricerca ha fatto venire alla luce proprio in questi giorni nuove tombe, di forma uguale, molto strette e a distanza ridottissima tra di loro e soprattutto un bellissimo e prestigioso mausoleo romano le cui mura di mattoncini sottili sono in discreto stato di conservazione. A qualche metro, inoltre, addirittura è venuto fuori uno «scarico» sempre di epoca romana che veniva utilizzato dai romani per sversare i rifiuti, probabilmente anche liquidi, che poi probabilmente finivano nell'adiacente fiume Sabato. L'obiettivo, come detto, è di andare ancora più giù e si prevede che per almeno un altro mese gli archeologi saranno al lavoro in collaborazione con gli operai della ditta appaltatrice per censire, monitorare le tombe già venute alla luce e soprattutto verificare se ci sono altri reperti. Alla luce della dimensione la necropoli di Santa Clementina può già essere annoverata tra quelle più grandi dell'Appia Antica a testimonianza del fatto che è stata usata per lungo tempo e soprattutto che a Benevento c'era un folto numero di abitanti già all'epoca avvalorando la tesi che era un centro di notevole rilevanza.

Le tombe, infatti, sono state censite anche nella vicina via Latina. 

«Cercheremo di ricostruire - dice Simone Foresta, dirigente responsabile per la zona di Benevento della Sovrintendenza - la necropoli e la sua disposizione, acquisendo maggiori dati possibili che potranno rivelarsi utilissimi per studiosi e appassionati. Conoscevamo l'esistenza di una vasta area usata per seppellire i defunti, ma non eravamo riusciti a individuarla con esattezza. In virtù di questi lavori invece l'abbiamo localizzata. Come noto i romani portavano i loro morti fuori dal tessuto urbano e via De Rienzo in pratica è proprio ubicata al di là di quella che era la vecchia città, alla quale si entrava attraverso il ponte Leproso, quindi adiacente. Il fatto che le tombe siano a distanza ridotta è probabilmente a causa della mancanza di spazio, mentre sicuramente nel mausoleo venivano portati i corpi delle autorità o degli ufficiali militari. Se vogliamo, una tradizione che abbiamo ereditato, visto che ci sono tombe e anche cappelle anche nei nostri cimiteri».

Video

Da quando si è diffusa la voce dei ritrovamenti archeologici, una folla di curiosi si alterna lungo la strada, anche durante le ore di lavoro, a conferma di quello che è l'interesse verso i reperti e in tanti si chiedono cosa accadrà, quale sarà il futuro riservato a queste scoperte, ma soprattutto si invocano progetti e piani di valorizzazione per l'intera area del centro storico (Santa Clementina, Triggio, San Filippo, Port'Arsa). Ma in merito non ci sono indicazioni o novità anche se questa potrebbe essere la strada giusta per investire nel turismo e convogliare in città visitatori da tutto il mondo con benefici non solo per i settori alberghieri e della ristorazione, ma l'intero indotto. Quella che sembra una soluzione che non piace alla gente e che dà l'impressione di voler «nascondere» e non valorizzare, è invece auspicata dalla Sovrintendenza in mancanza di interventi per la tutela. «Restauro, valorizzazione e percorsi guidati, andrebbero pensati - riprende Foresta - per la piena valorizzazione, ma in mancanza, per evitare danneggiamenti, è meglio che i reperti dopo il censimento, proprio per tutelarli vanno rimessi di nuovo sotto terra, protetti da appositi teli per poi riportarli alla luce qualora si decida di creare un'area archeologica aperta ai visitatori. Purtroppo c'è il vecchio annoso problema di mancanza di fondi e per il momento dobbiamo solo attendere. È evidente che un piano di intervento spetterebbe a Ministero e Comune». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA