Benevento, sgominata la centrale
degli euro falsi: 44 arresti

Benevento, sgominata la centrale degli euro falsi: 44 arresti
di Giuseppe Crimaldi
Giovedì 16 Luglio 2020, 09:49
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Producevano banconote da 50 e 100 euro perfettamente falsificate, al punto che la Banca centrale europea le aveva indicate al primo posto nella black list della contraffazione. Da Napoli (più precisamente da una tipografia di Pomigliano d'Arco), per anni un fiume di soldi falsi ha inondato l'Italia e molti Paesi dell'Unione Europea. Ieri mattina, al termine di una lunga e delicata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento, i carabinieri del Comando antifalsificazione monetaria con i colleghi sanniti hanno rotto il cerchio magico di un'organizzazione che riusciva non solo a produrre denaro contraffatto, ma anche a gestire i canali di smistamento.

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Le manette sono scattate all'alba di ieri. Il gip del tribunale di Benevento ha firmato un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 44 persone (7 in carcere, 28 ai domiciliari, 8 all'obbligo di dimora, uno all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) gravemente indiziate di associazione per delinquere di natura transnazionale finalizzata alla produzione e al traffico, spendita e introduzione di monete falsificate in Italia e all'estero e di spaccio di sostanze stupefacenti. Le indagini sono state avviate a ottobre 2017 dopo numerosi sequestri di banconote contraffatte da 50 euro a Benevento e nei comuni limitrofi.
Due i personaggi al vertice dell'organizzazione: il 69enne Francesco De Iasio, noto come o barone, e il napoletano Alfredo Muoio, abile tipografo che ha messo al servizio dell'illecito le altissime capacità di contraffattore. Il lavoro certosino dei militari dell'Arma (l'inchiesta è stata coordinata in prima persona dal procuratore di Benevento Aldo Policastro e dal suo aggiunto, Giovanni Conzo, oltre che dal sostituto Flavia Felaco), coordinati a livello centrale dal colonnello Renato Chicoli, ha permesso di scoprire l'esistenza di una nuova specie di contraffazione, caratterizzata da un'ottima qualità di realizzazione, in quanto prodotta con metodi di stampa off-set, estremamente insidiosi e sicuramente idonei a trarre in inganno la collettività sulla genuinità delle banconote sia per la perizia tecnica posta in essere nella produzione della valuta che per la consistenza del supporto cartaceo che, sebbene non filigranato, «manifestava caratteristiche fisio-morfologiche similari a quelle genuine, soprattutto al tatto e alla vista».
Tutto è cominciato quasi per caso, grazie a un sequestro (con conseguente arresto) di un pregiudicato beneventano, estorsore e incendiario - per questo soprannominato «Nerone» - che in casa aveva banconote false. Banconote, lo ripetiamo, di altissima qualità, quasi perfette rispetto a quelle che hanno comune valore legale. Prodotte da soggetti che la Banca d'Italia e la stessa Bce indicano come il «Napoli group», uno dei più temibili e abili cartelli specializzati nella falsificazione di euro.
MENTE E BRACCIO
Era il 69enne beneventano De Iasio il vero fulcro della organizzazione. L'uomo, secondo l'accusa, era il promotore e principale broker di valute contraffatte in Italia e all'estero insieme a tre soggetti napoletani, tra cui un fornitore-depositario, il 70enne Alfredo Muoio residente a Casalnuovo e al vertice del temutissimo «Napoli Group». I loro soldi falsi sono arrivati un po' su tutto il territorio nazionale e persino in Francia, Belgio e Gran Bretagna. Muoio, che dichiarava 7mila euro di redditi l'anno, aveva in realtà un patrimonio immenso, già sequestrato dai carabinieri: oltre a essere titolare di fatto di otto società commerciali, aveva una Porsche Cayenne, conti correnti per 8 milioni di euro, d'estate veleggiava su un pregiatissimo gozzo Aprea e, per finire, era distributore di carte da gioco.
IL BUSINESS
Accertato un giro di affari illeciti vorticoso, che sfiora i 200 milioni di euro. Nel corso dell'operazione è stata anche individuata e sequestrata una zecca clandestina, collegata all'organizzazione criminale, che nel Pavese produceva addirittura monete da 50 centesimi di euro, inutile dirlo, anche quelle perfettamente imitate.
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