Biodigestore a Benevento, un mese
per sapere la verità sull'impianto

Biodigestore a Benevento, un mese per sapere la verità sull'impianto
di Paolo Bocchino
Giovedì 14 Gennaio 2021, 08:59
4 Minuti di Lettura

Scatta il mese della verità per Energreen. Trenta giorni e non uno di più per rispondere alla autentica valanga di obiezioni mosse da enti istituzionali e tecnici nei confronti del progetto per la realizzazione di un biodigestore con termovalorizzatore a Ponte Valentino. Unica chance alternativa per i proponenti è chiedere una moratoria della durata massima di 180 giorni per fornire gli elementi integrativi richiesti dalla pletora di organismi partecipanti alla procedura per il rilascio del Provvedimento unico di autorizzazione. Un aut aut messo nero su bianco nelle scorse ore dal responsabile del procedimento, l'ingegnere Gianfranco Di Caprio dell'Ufficio Valutazioni ambientali della Regione nella nota trasmessa alla società che vorrebbe costruire il mega impianto da 110mila tonnellate in zona Asi a Benevento. Progetto finito presto al centro del dibattito per le sue dimensioni monstre rispetto al fabbisogno provinciale. Alla mobilitazione civica è seguita, dopo qualche tentennamento, quella unanime degli enti territoriali che hanno fornito abbondante materiale al fascicolo delle osservazioni.


Ai rilievi «politici» avanzati da Provincia, Consorzio Asi, Comune di Benevento, Ente d'Ambito, e all'opposizione di Confindustria sannita, si sono aggiunti i rilievi mossi dagli organismi tecnici: direzione generale dell'Arpac, dipartimento Arpac di Benevento, uffici provinciali della Regione (settore Ambiente), settori Energia e Ambiente della Regione, e non ultimi per importanza i vigili del fuoco e la Snam rete gas. Centinaia di pagine dense di dubbi ingenerati dal progetto che si chiede all'azienda partenopeo-piemontese di diradare con la massima chiarezza, pena il mancato rilascio del parere favorevole al via libera definitivo in Conferenza dei servizi. Spiccano per ponderosità e minuzia i rilievi dell'Arpac sannita: ben 129 le richieste di chiarimento indirizzate a Energreen con il documento elaborato dai responsabili di settore Santa Petrillo (acque reflue), Matteo Donato Sebastiano (Rifiuti), Marisa Canterino (Aria), Leucio Furno (Emissioni in atmosfera), dai dirigenti Vincenzo De Gennaro Aquino e Antonia Ranaldo e dalla direttrice di dipartimento Elina Barricella.

Una grandinata di eccezioni che investono molti elementi di dettaglio ma anche questioni sostanziali.

Video


Colpisce ad esempio che nel progetto depositato il 28 maggio scorso da Energreen manchino elementi incontrovertibili in merito alla natura dei materiali da trattare nell'impianto: «Si chiede di chiarire e distinguere in maniera univoca - scrive il Dipartimento beneventano dell'Arpac - le varie tipologie di rifiuti che si intende accettare in impianto, l'origine e il bacino di raccolta provinciale da cui provengono». Lascia perplessi la mancanza di elementi indubitabili sulla prevista lavorazione di fanghi oltre che dei normali rifiuti da mense e cucine, circostanza che induce l'Arpac a sollecitare Energreen affinché sia fornita «univoca denominazione dell'impianto». Osservazioni alle quali si aggiungono quella della direzione generale dell'Arpac a firma della dirigente Rita Iorio, e gli ulteriori 10 rilievi tecnico-procedurali del settore Energia della Regione articolati dalla responsabile Francesca De Falco che parla di «documentazione incompleta» ed evidenzia come, allo stato, «Energreen non è in possesso delle previste certificazioni di qualità». Al novero di lacunosità, al momento presunte ma pur sempre espresse da enti qualificati, vanno sommate quelle individuate dal Comando provinciale dei vigili del fuoco che con nota della comandante Maria Angelina D'Agostino sollecitano la fornitura di idonea documentazione per il rilascio della certificazione anti-incendio, non ancora pervenuta. Una mole di chiarimenti che Energreen dovrà fornire entro un mese. «Qualora il proponente non depositi la documentazione integrativa entro 30 giorni - avverte la Regione nella nota firmata dal Rup Di Caprio - l'istanza si intende ritirata e si procederà all'archiviazione». Nello stesso termine l'azienda potrà, in alternativa, richiedere lo stop all'iter procedurale per 6 mesi. Ipotesi che si fa concreta, stando alle prime anticipazioni di Energreen: «I nostri consulenti e quelli della società produttrice - rivela l'amministratore Bruno Rossi - sono già al lavoro per dare riscontro alle molteplici richieste di integrazione formulate. Stiamo valutando se avvalerci della sospensione dei termini di decorrenza. Faremo conoscere i nostri orientamenti nei tempi previsti e restiamo più che convinti della bontà, non soltanto tecnica, della proposta».

© RIPRODUZIONE RISERVATA